
La carica dei nuovi soccorritori: "E’ stato naturale impegnarsi"
Abbiamo ancora tutti negli occhi e nel cuore la marea di volontari, ragazzi e ragazze forlivesi ma anche da fuori città, che nei giorni successivi all’alluvione di maggio si sono resi disponibili e sono andati a spalare il fango in ogni dove. Gesti che si sono ripetuti recentemente anche nell’alluvione che ha colpito la vicina Toscana. Alcuni di questi ragazzi hanno poi pensato di approfondire questo slancio verso l’aiuto in situazioni di emergenza e si sono così avvicinati alle varie associazioni di protezione civile che impreziosiscono i comuni del nostro territorio.
Così hanno fatto Margherita e Martina Giunchi, due sorelle di Forlimpopoli, 19 e 24 anni rispettivamente, che ora fanno parte del gruppo artusiano. "Fortunatamente la nostra città è stata colpita solo marginalmente dall’alluvione – raccontano le due sorelle –. Nei giorni successivi abbiamo preparato dei pranzi pronti a casa e poi li abbiamo portati nella zona dei Romiti. Lì abbiamo anche spalato il fango insieme al resto della nostra famiglia". L’avvicinamento alla protezione civile però c’era anche prima dell’alluvione. "Facciamo parte del gruppo aiutanti del Forlimpopoli Calcio – spiegano – e incrociamo spesso la protezione civile che fa da sostegno alle varie manifestazioni sportive. Dopo l’alluvione abbiamo deciso che era il momento di entrarne a far parte". A breve parteciperanno al corso base che le renderà operative.
Cosa che invece ha già fatto Riccardo Brazzini, 30 anni, artigiano di San Lorenzo in Noceto. "Sul finire dell’estate ho sostenuto il corso – racconta – e un paio di settimane fa sono andato in perlustrazione per verificare i danni dopo la tempesta di vento che ha colpito la città". Anche la sua esperienza è iniziata con gli stivali immersi nel fango di maggio. "Dopo aver sistemato la mia casa, che aveva una ventina di centimetri di acqua – racconta –, sono andato a spalare in via Pelacano. Eravamo tanti, ma anche un po’ disorganizzati e non ben consci dei pericoli, per questo ho deciso di rendermi utile al meglio e mi sono iscritto a Sos Forlì, così da poter essere più d’aiuto in situazioni come quelle".
Chi aveva già sentito parlare di Sos Forlì è stata Franca Bellini, forlivese di 54 anni residente in centro e dipendente regionale. "Avevo partecipato a una loro presentazione al circolo In Zir – spiega – e già ero interessata, poi è arrivata l’alluvione e il fango da spalare da casa di mio figlio e di mia sorella. Il passo successivo è stato naturale, per poter fare qualcosa di concreto quando ce n’è bisogno. Ho già partecipato al corso base".
Lo stesso ragionamento che ha fatto anche Andrea Casadei, 20enne forlimpopolese e già donatore Avis. "In via della Croce la protezione civile di Forlimpopoli mi ha fornito pala e stivali non appena mi sono presentato per dare una mano – spiega –. Li ho conosciuti e adesso mi accingo a frequentare il corso base per poter essere operativo quando ce ne sarà bisogno".