
Da sinistra sul palco del teatro dei Sozofili: il presidente degli Incamminati Venerino Poletti, Gabriele Canè, il presidente dell’Abi e della Cassa di Ravenna Antonio Patuelli, Vittorio Alpi e il senatore Pier Ferdinando Casini (foto Corelli)
Si è tenuta ieri mattina al teatro dei Sozofili la Tornata di primavera dell’Accademia degli Incamminati di Modigliana, in un ambiente molto caloroso, sul tema ‘Nuovi orizzonti internazionale e fattori economici’.
All’inizio i saluti del presidente dell’Accademia Venerino Poletti che ha esordito citando Eschilo, nell’opera teatrale ‘I Persiani’, sulla tracotanza come espressione della tirannia del re Serse che non volle limitarsi al proprio impero ma volle estenderlo verso l’Europa. Ha ricordato un dramma di Brecht, scritto non a caso tra il 1929-30, ‘L’eccezione e la regola’ dove si esorta: "Di nulla sia detto ‘è naturale’ in questi tempi di sanguinoso smarrimento, ordinato disordine, pianificato arbitrio, disumana umanità, così che nulla valga come cosa immutabile". Poi i saluti del sindaco Jader Dardi "per le persone premiate e grazie per le riflessioni che ascolteremo sulla nostra comunità europea perché diventi coesa, come Stati uniti d’Europa".
È seguita la consegna del ‘Vincastro d’Argento - Premio a una Vita’ prima al giornalista Gabriele Canè, poi a Vittorio Alpi, imprenditore industriale modiglianese. Canè ha ringraziato "Bologna che mi ha dato i natali e Firenze che è diventata casa mia. Dedico questa onorificenza ai miei genitori. Un grande grazie di cuore all’Accademia". Anche Alpi ha ringraziato ‘per l’importante riconoscimento l’Accademia e tutti i presenti: "Qui conosco tanta gente e gli amici di una vita!".
Poi la lezione magistrale del senatore Pier Ferdinando Casini, già presidente della Camera dei Deputati e docente di geopolitica, ricordando una frase del presidente francese Emmanuel Macron: "Non c’è posto per gli erbivori in un mondo di cannibali". Il suo commento: "La politica dovrebbe avere un ruolo pedagogico, invece quella di oggi instilla paura tra la gente per qualche voto in più. Il presidente americano Donald Trump dice che la pacchia è finita e ci invita a difenderci con i nostri soldi, però così ci costringe a fare davvero l’Europa". Ha ricordato: "L’idea della democrazia liberale, che è la nostra, è che chi vince non è il padrone del Paese: ci sono Istituzioni che bilanciano i poteri come la Presidenza della Repubblica, la Corte Costituzionale, la magistratura. Le posizioni delle forze politiche italiane sono diverse". E su Giorgia Meloni: "Il presidente del Consiglio è in una fase silente: perché vuol mantenere contemporaneamente il rapporto con Trump e con l’Europa. Ma le armi nei paesi democratici sono deterrenti verso le dittature".
Lo ha seguito, per gli aspetti economici, con un’altra lectio magistralis il presidente dell’Abi (Associazione Bancaria Italiana) e della Cassa di Ravenna Antonio Patuelli. "Il nostro legame con l’America è descritto nei principi delle democrazie liberali. Alexis de Tocqueville, uno degli studiosi più importanti del pensiero liberale, afferma che l’economia deve essere governata dalle istituzioni". In questo caso la Banca Centrale Europea (Bce), indipendente da tutti gli Stati. Cita Carlo Cattaneo per il quale "i dazi contrastano lo sviluppo economico e sociale. Trump li utilizza per contrattare, ma deve stare attento perché l’America ha 358 milioni di abitanti ma l’Europa ne ha 450 e poi ci sono i britannici e tutti i 56 Paesi del Commonwealth, accomunati dalla passata appartenenza all’Impero britannico e in grado di replicare ai dazi in modo pesante per gli Usa".