QUINTO CAPPELLI
Cronaca

La chiesetta non s’arrende. Al via una raccolta fondi

Dovadola, duramente colpita dal sisma del 18 settembre anche la pieve di Santo Stefano in Bosco, di proprietà privata ma ancora consacrata.

La chiesetta non s’arrende. Al via una raccolta fondi
La chiesetta non s’arrende. Al via una raccolta fondi

Tra i numerosi immobili di valore storico e culturale dell’Appennino romagnolo colpiti dal recente terremoto del 18 settembre, con epicentro Marradi, ma con gravissime conseguenze soprattutto nei territori di Tredozio, Modigliana e Rocca San Casciano, ci sono anche numerose chiese, che magari non sono più parrocchiali, ma che restano pur sempre aperte al culto, o legate ad attuali parrocchie o di proprietà privata.

Fra queste ultime si trova Santo Stefano in Bosco, a 3,5 chilometri da Dovadola, lungo la strada provinciale del Trebbio che porta a Modigliana. "La mia famiglia nel 1991 acquistò canonica e chiesa dalla parrocchia di Dovadola, quando era parroco don Alfeo Costa – sottolinea l’attuale proprietario, Matteo Pansecchi, programmatore informatico di Forlì (originario di Milano Marittima) –. Abbiamo ristrutturato il tutto con molti sacrifici, passione ed entusiasmo, con la chiesa rimasta aperta al culto. Una volta all’anno, fino al tempo della pandemia, facevamo anche una festa con la messa celebrata da parroco di Dovadola e la partecipazione di tanta gente, che un tempo viveva in zona (180 a metà del XIX secolo). Poi è arrivato lo spopolamento della montagna e della campagna. Una ventina d’anni fa ho addirittura ristrutturato il piccolo cimitero, d’accordo col Comune, perché fa parte del patrimonio storico e culturale del territorio". Ma quella mattina del 18 settembre, alle 5.10, la scossa di magnitudo 4.9 "ha colpito duro anche nella chiesa di Santo Stefano in Bosco, con danni evidenti in tutto l’edificio". Per far fronte alle gravi conseguenze Matteo Pansecchi e la figlia Lucia, che lavora a Forlì, hanno aperto una raccolta fondi a favore di Santo Stefano in Bosco; un crowdfunding col seguente indirizzo: www.produzionidalbasso.comprojectaiutaci-a-riaprire-la-chiesa-dopo-il-terremoto-e-vieni-a-trovarci-a-santo-stefano-in-bosco.

Oltre a mantenere aperta la chiesa al culto e alla visita di chiunque lo voglia, la famiglia Pansecchi è disponibile anche a far conoscere la storia e la bellezza del luogo. "Vorremmo mantenere vivo questo luogo e aperto anche al pubblico che ama la storia dell’Appennino, col suo patrimonio culturale", dicono Matteo e Lucia Pansecchi. La chiesa di Santo Stefano in Bosco, di origini medievali, è stata retta anche da preti di un certo rilievo storico, come l’ultimo parroco residente, don Alberto Gualdi (1890-1978), sacerdote dotto e antifascista, fratello di Francesco, sindaco di Modigliana eletto dal Cnl, e soprattutto il famoso garibaldino don Giovanni Verità, che ne fu parroco dal 1830 al 1839, anticipato in parrocchia dallo zio don Sebastiano Verità, dal 1810 al 1825.