La difesa ricusa il giudice. Falsa partenza in Corte d’Assise. Si riparte (forse) il 9 ottobre

Prima udienza: i legali di Daniele Severi hanno fatto istanza di incompatibilità del presidente del collegio per un decreto di condanna emesso nel 2014 contro lo stesso imputato.

La difesa ricusa il giudice. Falsa partenza in Corte d’Assise. Si riparte (forse) il 9 ottobre
La difesa ricusa il giudice. Falsa partenza in Corte d’Assise. Si riparte (forse) il 9 ottobre

La difesa di Daniele Severi, accusato di avere tagliato la testa al fratello Franco, ricusa il presidente della Corte d’Assise.

Il processo per l’omicidio di Seggio di Civitella del giugno 2022 comincia così. Con una falsa partenza. La togata in questione, Monica Galassi, palesemente, data la sua mimica facciale, non la prende benissimo. "Ho saputo che c’è questa cosa" fa sapere lei all’uditorio dopo essere entrata nell’aula magna del palazzo di giustizia con la scia dei sei giudici popolari (cinque uomini e una donna) e del magistrato a latere, Marco De Leva. "Io avevo preparato già un calendario, ma adesso dobbiamo rivedere tutto", ribadisce la presidente.

Tutto per il solito vizio di forma. Ossia, la Galassi, nel 2014, aveva emesso un decreto penale di condanna contro lo stesso imputato; all’epoca Daniele era accusato di minacce contro il fratelli; oggi è sotto i riflettori per omicidio. Ma è lo stesso, afferma la difesa di Daniele, meldolese 64 anni, autista del 118 in pensione, che si presenta in aula in completo grigio e camicia bianca e saluta tutti a mano tesa, sorridente, in ottima salute.

"Quel decreto penale, che poi tra l’altro sfociò in una assoluzione, in sostanza si occupa di un segmento di questo stesso processo, visto che qui parliamo di un presunto delitto maturato in ambito famigliare" dichiara l’avvocata Maria Antonietta Corsetti, una dei due legali di Daniele Severi.

Quindi adesso che succede? Semplice, la Galassi, dopo aver lasciato briglie sciolte alla difesa per le solite, formalissime, eccezioni preliminari, e aver concesso il diritto di replica al pm Federica Messina e all’avvocato delle parti civili, Max Starni, raduna tutta la sua truppa in camera di consiglio e alla fine decide di fissare un secondo round, il 9 ottobre. Per quella data sarà risolto l’inghippo della ricusazione? Non è escluso; anche perché il regolamento dice che la Corte d’Appello – che è l’organismo che deve tranciare il nodo – deve farlo entro 20 giorni. Di fatto, se la Galsssi verrà ricusata, si troverà un altro giudice e basta. Più complicato invece se la stessa Corte d’Appello (il 25 ottobre) dovesse accogliere l’altra ricusazione inoltrata dalla difesa di Daniele nelle scorse settimane; che riguarda il gip Massimo De Paoli, che firmò il rinvio a giudizio di Daniele. Occhio: con l’eventuale ricusazione di De Paoli, il processo tornerebbe all’udienza preliminare e, soprattutto, per scadenza dei termini, Daniele uscirebbe di cella.

"Un’ipotesi che assolutamente non si concretizzerà" taglia corto l’avvocato Max Starni. "Così come è pacifica la terzietà del giudice Galassi: sono certo che la Corte rigetterà l’istanza degli avvocati dell’imputato".

Tanto fumo processuale dovrà prima o poi dileguarsi e tutti dovranno cimentarsi con un quesito semplice e asperrimo: chi ha ucciso il povero Franco Severi, 53 anni, agricoltore boscaiolo di Ca Seggio, trovato decapitato nel suo fondo la sera del 22 giugno dello scorso anno? L’accusa è pronta a spiattellare in aula indizi che considera prove bell’e fatte: una macchia di sangue di Franco su una scarpa di Daniele; questa è la regina indiziaria, geneticamente sigillata dai Ris di Parma. Poi, una catena di litigi, minacce e aggressioni lunga 10 anni che Daniele avrebbe messo in atto nei confronti del fratello. Il movente? Il denaro, ovvio. Ossia, il fondo agricolo che Franco gestiva dopo la morte dei genitori.

Certo, dall’altra parte la difesa di Daniele – arrestato l’8 luglio 2022 – sostiene che "l’accusa non ha in mano nulla di concreto, non c’è né l’arma del delitto né l’ora né il luogo – sostiene l’altro legale dell’imputato, Massimiliano Pompignoli –. E noi porteremo in aula delle controprove che scagioneranno Daniele". Le armi si affilano; ma di fatto sto processo deve ancora partire. Vediamo se riesce a farlo il 9 ottobre.

Maurizio Burnacci