
La Banca d’Italia ha presentato il suo report per l’Emilia-Romagna. Per l’industria una flessione del 3% e calano le vendite estere.
È stato presentato ieri pomeriggio dalla Banca d’Italia il rapporto ’L’economia dell’Emilia-Romagna’. Gli economisti Litterio Mirenda e Michele Mariani hanno analizzato gli aspetti legati all’evoluzione del contesto internazionale, delle aree interne e agli effetti delle alluvioni, e connessi all’esposizione del mercato del lavoro, all’intelligenza artificiale, all’innovazione e alla produttività. E’ seguita una discussione moderata da Silvia Del Prete della Banca d’Italia di Bologna, alla quale hanno partecipato Paolo Maggioli, amministratore delegato del Gruppo Maggioli, e Carlo Battistini, presidente della Camera di Commercio della Romagna.
L’economia regionale è cresciuta debolmente (+0,4%), risentendo del calo della domanda estera e dell’incertezza del quadro internazionale. Nel primo trimestre del 2025, secondo gli indicatori disponibili, la dinamica del prodotto non ha mostrato particolari segnali di recupero: sulle prospettive di crescita gravano rischi al ribasso per il perdurare delle tensioni geopolitiche e per le restrizioni commerciali introdotte dagli Stati Uniti.
Nel 2024 nel settore agricolo il valore aggiunto è aumentato, recuperando parte della contrazione registrata nel 2023 per effetto delle alluvioni di maggio. Nell’industria, produzione e fatturato hanno fatto segnare una flessione del 3%: i cali dell’attività sono stati diffusi tra i settori, in particolare moda, metallurgia e meccanica.
Le vendite all’estero sono diminuite del 2,1%. Le flessioni hanno interessato tutti i settori ad eccezione di farmaceutica, alimentare e automotive.
Le esportazioni dell’anno in corso potrebbero essere penalizzate dall’inasprimento della politica commerciale statunitense, con l’export dell’Emilia-Romagna verso gli Stati Uniti che rappresenta il 12,5% del totale.
Nella provincia di Forlì-Cesena l’export ha registrato un +0,4%, con l’1,5% in più di occupati, ma con un credito d’impresa in calo del 5% e un territorio romagnolo che sconta un rischio idrogeologico alto (60% rispetto al 18% nazionale).
"Le imprese – spiega il presidente camerale Carlo Battistini – sanno comunque reagire alle difficoltà. I minacciati dazi USA sono al momento solo annunciati, ma il 70% del nostro export è in Europa. Delle nostre 70mila imprese, solo 3 mila esportano, di cui mille abitualmente. Negli Stati Uniti i settori più importanti per la nostra economia sono l’agroalimentare, la nautica, il mobile imbottito e la moda".
g. b.