Il loro immaginario è intriso di musica, colori fluo, felpe oversize e linee fluide in cui le categorie ‘maschile’ e ‘femminile’ perdono progressivamente consistenza, fino a scomparire. I loro sogni e progetti parlano lingue diverse, profondamente diverse da quelle con cui gli adulti cercano di incasellarli e raccontarli. È la doverosa premessa che occorre fare prima di parlare di ’Abasia’, il brand di abbigliamento streetwear che vedrà ufficialmente la luce stasera, a Forlì, in occasione di un evento jazz al circolo Aurora, in corso Garibaldi.
Ciò che balza immediatamente all’occhio è la giovane età dei fondatori, due dei quali addirittura minorenni: Alessandro Lecci, forlivese, ha 17 anni; Federico Tizi, di Forlimpopoli, è suo coetaneo; Mattia Campri, anch’egli di Forlimpopoli, ne ha 19. Lecci e Tizi studiano entrambi Ragioneria al ‘Matteucci’ di Forlì, Campri, dopo aver conseguito il diploma al ‘Saffi/Alberti’, sta proseguendo la propria formazione nella moda a Carpi (Modena), dove ha sede uno dei distretti dell’abbigliamento più importanti d’Italia.
"Come tanti altri ragazzi e ragazze della nostra età, ci siamo appassionati a questo mondo collezionando capi di abbigliamento streetwear e sneakers personalizzate – esordisce Lecci –. È successo semplicemente che, a un certo punto, ci siamo stancati di essere soltanto ‘clienti’ e abbiamo pensato di avventurarci in un progetto per la creazione di un brand tutto nostro".
Fino a un anno e mezzo fa, i tre neppure si conoscevano: è stata una t-shirt, disegnata da Lecci per la data forlivese del tour di Diss Gacha (rapper italiano, classe 2001, molto apprezzato dai giovani), a suscitare la curiosità di Tizi e far conoscere i due, cui poi si è aggiunto Campri – "l’unico, tra noi, a possedere le competenze tecniche necessarie per fondare il brand, visto il suo percorso di studi", sottolinea Lecci. I tre condividono il progetto e si dividono i compiti: Lecci sarà il creativo, Campri curerà la realizzazione di capi e accessori, Tizi si dedicherà al marketing e alla predisposizione del budget.
"Non volevamo improvvisarci – continua Lecci –: siamo reduci da un anno e mezzo di studio, in cui abbiamo avuto l’opportunità di partecipare a due settimane della moda a Milano, nonché a vari eventi che ci hanno permesso di conoscere tanta gente. Ora siamo pronti per il debutto: stiamo allestendo il sito web per vendere le nostre creazioni; in futuro, chissà, speriamo di avere a disposizione anche uno spazio fisico".
Il nome del marchio trae spunto da un disturbo funzionale dell’andatura – denominato, appunto, abasia – che rientra nei disordini del movimento e impedisce, a chi ne è affetto, di camminare normalmente. I tre brandiscono il nome come una sfida: "Vogliamo trasmettere il messaggio che, se non possiamo camminare, allora dobbiamo correre", precisa Lecci. L’evento di oggi sarà una sessione di musica jazz – il genere preferito di Lecci – nella quale si esibirà il giovane sassofonista Marco Marchini.
A sostenere i neoimprenditori nella loro avventura sono le rispettive famiglie, alle quali i tre hanno assicurato che il progetto non li distoglierà dagli studi: "Ho smesso di giocare a basket ad alti livelli per dedicarmi totalmente ad Abasia e ora so bene quali sono le priorità – conclude Lecci –. Non ho dubbi sul fatto che riuscirò a conciliare questa attività con la scuola".
Maddalena De Franchis