
Sebastião Salgado è scomparso venerdì all’età di 81 anni
Dall’Alaska al deserto della Papuasia, passando per l’Amazzonia e il Botswana: le 245 fotografie della mostra ‘Genesi’ che, nel 2016, riempirono gli spazi del San Giacomo, composero un viaggio attraverso i cinque continenti, chiamando a Forlì oltre 56mila visitatori. Gli scatti erano quelli, inconfondibili, di Sebastião Salgado, scomparso venerdì a 81 anni.
Immagini in bianco e nero vividissime, con una grana tanto materica da farle somigliare a disegni a matita, ma il cui artificio compie la magia di farle apparire ancora più reali. Quella del 2016 fu la seconda grande mostra fotografica organizzata dalla Fondazione Cassa dei Risparmi in sinergia con il Festival del Buon Vivere, arrivata un anno dopo quella che aveva visto protagonista Steve McCurry, e segnò per Forlì una grande novità: il piano era quello di allestirla negli spazi del San Domenico, ma le cose andarono diversamente.
Lélia Wanick, moglie di Salgado e curatrice della mostra, si innamorò del San Giacomo e della sua "luce piena". Léila è stata partner di Sebastião in molti progetti: insieme a lui contribuì alla riforestazione di un’area completamente disboscata del Brasile, arrivando a piantare 4 milioni di alberi. La sua parola fu quella definitiva anche nel 2016, così, grazie a questa fortunata intuizione, per la prima volta in assoluto, la ex chiesa, che fino ad allora era stata utilizzata solo per concerti e convegni, diventò una sala da esposizione: tutte le successive mostre del San Domenico hanno inglobato anche la grande sala del San Giacomo.
Sebastião non venne in città per la mostra, eppure i suoi scatti, anche qui, hanno saputo lasciare un segno e raccontare la loro storia. "Un fotografo – aveva detto Salgado nel documentario che gli dedicò Wim Wenders – è qualcuno che disegna con la luce", e nel tocco dei suoi chiaroscuri si trovano persone, animali e vegetali, tutti accomunati dallo sguardo che li ha immortalati: consapevole, carico di rabbia vitale e, al contempo, di un inarrestabile amore.
Sofia Nardi