
di Oscar Bandini
I dati del turismo in Emilia-Romagna vedono crescere la montagna, laddove si cercano nuove esperienze e vacanze attive e sportive. Eppure, soprattutto nel Forlivese, le somme andranno tirate a settembre: le prime impressioni ricavate a campione dicono che non va male, ma meno bene delle aspettative di questa primavera. Poi, purtroppo, è arrivato l’alluvione.
Sul campo gli operatori concordano che la primavera è stata disastrosa in particolare i mesi di maggio e giugno: le frane in Appennino hanno pesato fortemente. "Nei fine settimana di giugno – dice Cristian dell’Alpen Bar di Campigna – sembrava il deserto nonostante il meteo favorevole. L’alluvione ha pesato psicologicamente oltre che materialmente e da fuori Romagna le immagini di frane e strade interrotte hanno scoraggiato gli spostamenti". Situata a fianco della Bidentina e della storica abetina, questa struttura adatta per una sosta e una ristorazione veloce è un punto di osservazione privilegiato e meta storica di motociclisti, fungaioli ed escursionisti. "Da luglio la situazione è completamente cambiata e lavoriamo molto – aggiunge Cristian –, stiamo tornando alla normalità. Ci aspettiamo molto anche nei prossimi mesi fino all’autunno".
Conferme arrivano anche dallo storico Chalet Burraia nel cuore del Parco nazionale. "Dopo le incertezze iniziali post alluvione, la stagione estiva è finalmente partita – precisa uno dei soci gestori Paolo Pisanelli –. Risposte positive sia per la ricettività che la ristorazione. Siamo contenti. I turisti sono sempre più esigenti e di conseguenza quando i gruppi organizzano le escursioni in più tappe possono anche contare sul nostro appoggio, mettendo loro a disposizione mezzi per i transfert visto che il servizio pubblico è carente".
È proprio la mobilità sostenibile uno dei punti deboli dell’offerta turistica in quanto ad esempio dal vicino Casentino non c’è una linea di collegamento con il passo della Calla, mentre dal versante romagnolo c’è solo una corsa in arrivo al mattino e una in partenza al pomeriggio. "Troppo poco – aggiunge Pisanelli – per venire incontro alle esigenze degli escursionisti di Forlì, Cesena e Ravenna che preferirebbero arrivare in montagna lasciando l’auto a casa".
La differenza nel nostro appennino la fanno ancora la qualità delle nostre foreste, l’invaso di Ridracoli ed i corsi d’acqua anche se il problema è come strutturare una strategia turistica non effimera, capace di guardare oltre i confini provinciali. Sul fronte delle escursioni Emiliano Conficoni guida Aigae registra un leggero calo che imputa però al gran caldo dei giorni scorsi. "Gli escursionisti privilegiano le stagioni intermedie come la primavera e l’autunno, quando si assiste a fenomeni come il foliage o il bramito del cervo, oppure le ciaspole in inverno. Nelle giornate calde propongo perciò itinerari nel folto della foresta o lungo i fiumi e torrenti. Aggiungo che vanno forte anche le escursioni legate agli eventi come quello di Loreni alla diga. Mentre le escursioni in mountain bike non conoscono flessioni".
Dati positivi per il turismo en plein air a Corniolo, precisamente al campeggio Vivaio, all’area di sosta camper gestita dalla Pro loco così come nelle aree attrezzate per gli scout al Crocione, a Sant’Alberto ma anche in una struttura alberghiera classica come l’Hotel Leonardo. "L’alluvione ha colpito duro invece il Cammino di Assisi, tra Dovadola e la città umbra – conferma Leonardo Pisanelli, presidente Pro loco –, perché le frane e i sentieri ancora da ripulire hanno scoraggiato gli arrivi al nostro ostello del pellegrino".