
Il responsabile della Sanità: "Oltre certi tempi, il Cup richiami il paziente entro pochi giorni"
Massimo Fabi, assessore regionale alla sanità, com’è la situazione delle liste di attesa? "Non è sufficiente incrementare i volumi di offerta, come abbiamo fatto, ma serve un patto con tutti i professionisti sull’appropriatezza della prescrizione. Ci sono poi sistemi da consolidare come la pre-lista per i ricoveri programmati. Quando un cittadino si presenta al Cup e l’attesa va oltre gli standard ministeriali e regionale, deve essere preso in carico. Questo vuol dire che l’operatore analizza la richiesta e ti richiama per darti l’appuntamento entro pochi giorni. Questo, però, al momento lo si può fare solo attraverso i Cup e non in farmacia. Per quanto riguarda le visite specialistiche, facciamo i conti con i cali dei fondi nazionali".
Se però si chiede una visita privata il posto si trova nel giro di pochi giorni. "Nel nostro piano straordinario si dice chiaramente che, qualora si sforino i tempi standard, si possa arrivare fino al blocco della libera professione intramoenia".
Carenza medici e, soprattutto, infermieri: lo dimostra la scelta dell’Ausl Romagna emersa ieri. Come si risolve? "La carenza degli infermieri, in questo momento, è il grande problema. Se non si adottano provvedimenti con accordi collettivi nazionali, quindi livelli di remunerazione adeguati alle responsabilità e qualità di queste figure, non si risolve perché non riescono a vivere nelle grandi città per gli alti costi degli affitti e della vita. Ma a livello locale stiamo lavorando con gli altri assessorati a un grande piano di affitti calmierati anche per il personale sanitario".
Bilancio sanitario per circa 200 milioni di euro in passivo, di cui 37 in Romagna. Quali sono le cause? Possibili rimedi? "La causa è il sottofinanziamento, ma la Regione con delibera di aprile ha già dato disposizione di coprire l’intero disavanzo. A livello nazionale la spesa sanitaria aumenta del 3,6% e l’incremento del fondo nazionale è solo dell’1,86%. Gli aumenti sono dovuti agli accordi collettivi nazionali, all’aumento del costo dei farmaci, della spesa energetica, delle tecnologie e dell’inflazione".
A livello regionale si può ottimizzare qualcosa? "Una parte di posti letto di ospedali territoriali che già hanno un’alta percentuale di acuti, si possono collocare sul territorio nelle residenze per anziani, nelle case di comunità e a domicilio con personale infermieristico: c’è già uno stanziamento di 135 milioni di euro in tre anni".
Aggressioni nei Pronto soccorso e nei reparti, cosa si può fare? "Stiamo potenziando sia la collaborazione con le Questure, sia la presenza continuativa delle forze dell’ordine all’interno dei luoghi ospedalieri più a rischio, poi in alcun ospedali è già stato inserito il pulsante rosso per avvertire le forze dell’ordine in caso di bisogno, ma stiamo potenziando anche il servizio di vigilanza e dei sistemi di videosorveglianza".
Monica Raschi