"Da circa un anno i 41 ospiti della nostra casa di riposo Brentani Nuti di via dei Martiri 3 sono stati divisi, a causa del terremoto, che ha resa inagibile una parte della struttura: 18, in condizioni più critiche, sono rimasti in paese mentre gli altri 23 trasferiti a Faenza, nella struttura Il Fontanone, gestita dalla stessa cooperativa".
A parlare è Luigi Marchi, vice presidente della Fondazione casa di riposo, già sindaco per un mandato, ingegnere e insegnante in pensione, che aggiunge: "Questa situazione non potrà durare a lungo, perché altrimenti non riusciremmo a tirare avanti. La struttura inagibile è divisa in due parti – spiega –. La prima a due piani e la seconda a tre. In quella a due piani, meno danneggiata, abbiamo iniziato i lavori di ristrutturazione, investendo 200mila euro: 100 di fondi propri (vendite di lasciti e locali) e 100 di offerte (fra cui quelle del vescovo di Faenza-Modigliana, Mario Toso, associazioni e privati). Entro fine ottobre prevediamo la fine dei lavori per riportare a Tredozio 14 ospiti dei 23 che sono a Faenza".
Resterebbe da sistemare la parte inagibile a tre piani, con una prevedibile spesa di 2,5 milioni. Dove trovare questa somma ingente? Risponde Marchi: "Nelle schede inviate dal Comune alla Regione c’è la richiesta di una parte del contributo e l’altra parte dalla Protezione civile nazionale". Quest’ultima parte è dedicata agli uffici, all’appartamento delle suore (trasferitesi temporaneamente a Sassuolo) e a 9 posti letto per quegli ospiti che resteranno a Faenza, dopo il rientro a fine ottobre nella prima parte restaurata". Secondo Marchi, "anche la partenza delle suore è stato un danno enorme per la casa di riposo, perché sono un valore aggiunto nella gestione generale della comunità". La speranza dei dirigenti della casa di riposo e anche dell’amministrazione comunale, come ha ripetuto più volte anche il sindaco, Gianni Ravagli, è che "il governo trovi i fondi per la ricostruzione nella zona del cratere e, per quanto ci riguarda, per la casa di riposo Brentani Nuti di Tredozio".
Se lo Stato non trovasse questi fondi, neppure dagli ultimi 8 milioni stanziati dall’ultimo consiglio dei ministri del 17 settembre scorso? Risponde il vice presidente Marchi: "Aumentare ancora la retta (che prima del terremoto era di 2.300 euro al mese, passando ora a 2.650 per i nuovi entrati e a 3.000 per i posti protetti, suddivisa a 1.650 euro per l’ospite e 1.350 per la Regione) sarebbe la fine della nostra casa di riposo, così amata e voluta dai benefattori e dalla gente del paese. Se non trovasse soldi a fondo perduto, lo Stato potrebbe erogare una somma di 2,5 milioni con una garanzia scritta, anche nei prossimi anni, da estinguere nel tempo. Noi potremmo fare un mutuo da restituire negli anni stabiliti da un accordo scritto".
Quinto Cappelli