Forlì, 23 giugno 2025 – Il compleanno di Sara Pedri – oggi avrebbe compiuto 36 anni – è la prima ricorrenza legata alla ginecologa forlivese scomparsa da quando è stata pubblicata la sentenza del tribunale di Trento, che ha assolto in primo grado i vertici del reparto, Saverio Tateo e Liliana Mereu. Secondo il giudice, Sara e altre colleghe non furono maltrattate: Tateo era «autoritario» ma senza vessazioni, senza quel «clima tossico» descritto dalla pubblica accusa. La sorella Emanuela e la mamma Mirella hanno sempre chiesto giustizia senza mai puntare il dito contro il primario e la sua vice e non hanno commentato le motiviazioni recentemente pubblicate. La sentenza non ha certo lenito il dolore di chi deve fare i conti con l’assenza del corpo: l’hanno cercato a più riprese, anche con cani appositamente addestrati, venuti dalla Germania. Il lago di Santa Giustina, dove verosimilmente finì dopo essersi buttata nel torrente Noce, non l’ha mai restituita ai suoi cari. Stando al verdetto, mancherebbe anche una spiegazione del suo gesto. Per il giudice, il caso – sollevato dal programma Rai ‘Chi l’ha visto?’ – è stato soprattutto mediatico. Ma, al di fuori delle aule di tribunale, Sara non ha perso la sua forza. Oggi alle 17 al parco di Forlì ci si ritrova per ricordarla. Lì c’è un albero in sua memoria e una cassetta dove i giovani raccontano le loro sofferenze, specie sul lavoro. Ben tre tesi di laurea si sono occupate del suo caso. E in suo nome la famiglia trova la forza di andare avanti: «Il verdetto, senza una legge sul mobbing, non poteva essere diverso. Quel vuoto va colmato». La storia non è finita.

Ecco la lettera
È il tuo compleanno Sara, figlia mia adorata, il tuo 36esimo compleanno. In questi 5 anni della tua scomparsa, il tempo non ha cancellato ne il mio devastante dolore, né il ricordo che di te hanno tutti coloro (e sono tanti) che vengono a salutarti presso il Parco Urbano di Forlì dove cresce sempre più rigoglioso l’albero a te dedicato.
Il giardinetto si è riempito di fiori, di piantine, di sassi disegnati, di statuine, di bigliettini e letterine lasciati da chi perpetra il tuo ricordo.
Oggi, poi, incredibile a dirsi è arrivato un sorprendente regalo: si tratta di una piccola fisarmonica un po’ datata, ma perfettamente funzionante che Alcidio, caro amico di 95 anni, ha conservato in ringraziamento dei saluti e dei sorrisi a lui rivolti che ai suoi occhi ti rendevano educata, sensibile, simpatica e gioiosa. È un gesto che a me ha riempito il cuore e, a te, è sicuramente arrivato per coronare e deliziare la beatitudine della schiera degli Angeli a cui sei affidata con le nostre preghiere a Maria.
Quando sono andata a Roma per il Giubileo, ho potuto sostare un poco davanti alla Pietà di Michelangelo: ho provato meraviglia ed emozione di fronte alla bellezza dell’arte e compassione per l’immagine di Gesù morto tra le braccia della sua mamma... Poi ho avuto compassione anche di me, che non ho potuto tenere tra le mie braccia la figlia perduta, ma la Madonna mi ha insegnato il dono dell’accettazione.
Con questo vado avanti.
Oggi ripenso al cammino che per 31 anni abbiamo percorso insieme e rivivo il sentimento della nostalgia e del rimpianto ancora più forte ora che sei invisibile, ma sempre presente a ciascun momento delle mie giornate, delle mie idee, dei miei pensieri... So sempre come la pensi, cosa avresti detto, cosa avresti fatto.
Certo è che, la scomparsa di un figlio toglie nella madre la paura di morire: quando arriverà quel momento, potrò rivederla, abbracciarla, baciarla e tenerla per mano come non ho potuto più fare in questi ultimi 5 anni.
Mirella Sintoni, mamma di Sara Pedri