
Lo spettacolo. a S. Maria Nuova per l’intitolazione della scuola elementare
Sul palcoscenico del Teatro Verdi di Forlimpopoli andrà in scena lo spettacolo ‘L’appello. I compagni di classe di Matteo’, promosso, in occasione della giornata della Memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle Mafie, dall’associazione Libera e da Avviso Pubblico. L’appuntamento è per domani alle 21. La pièce è interpretata dai ragazzi delle classi prime della scuola media statale ‘Amaducci’ di Santa Maria Nuova di Bertinoro, per la scrittura teatrale e la regia di Denio Derni. Musiche di Ivan Bratti ed Elisa Nanni.
Organizzato dall’associazione Barcobaleno, da Libera di Forlì Cesena e dall’Istituto Comprensivo di Bertinoro, con il patrocinio dei Comuni di Forlimpopoli e Bertinoro, lo spettacolo mette in scena le storie tragiche di alcuni bambini vittime della mafia e dà voce alla lunga prigionia di Giuseppe di Matteo.
Nato a Palermo il 19 gennaio 1981, Di Matteo fu rapito il pomeriggio del 23 novembre 1993, all’età di dodici anni, in un maneggio di Villabate (vicino a Palermo). Dopo 779 giorni di prigionia fu ucciso a San Giuseppe Jato e il suo corpo fu fatto sparire. Si tratta della replica dello spettacolo prodotto lo scorso anno in occasione dell’intitolazione della scuola elementare di Santa Maria Nuova a Giuseppe Di Matteo. Il progetto era rivolto alle classi quinte della scuola elementare e faceva parte di un più ampio percorso didattico denominato ‘Libera Scuola’. Ora, le ragazze e i ragazzi che hanno interpretato magistralmente le storie dei loro coetanei vittime delle atrocità mafiose, sono in prima media, e su iniziativa della professoressa Teresa di Perna sono pronti a partire per Palermo ai primi di maggio per replicare in Sicilia lo spettacolo. Alla prima rappresentazione, infatti, ha assistito anche Giuseppe Cosmo Siviglia, sindaco di San Giuseppe Jato, che, profondamente colpito ed emozionato, ha invitato i ragazzi a replicare la rappresentazione nell’Anfiteatro del Giardino della Memoria del paese siciliano il 7 maggio.
Altra ospite e testimone nel progetto è Margherita Asta, unica sopravvissuta di una famiglia fatta a pezzi dalla mafia. Aveva dieci anni Margherita Asta quel terribile 2 aprile 1985, quando Cosa nostra infranse i suoi sogni, i sogni di sua madre Barbara Rizzo di 31 anni e dei suoi fratellini, Giuseppe e Salvatore, gemelli di 6. Vite ridotte in mille brandelli da un’autobomba destinata a Carlo Palermo, un magistrato integerrimo che aveva avuto il ‘torto’ di indagare su un ingente traffico di droga e armi. Anche la sua storia verrà raccontata nello spettacolo di venerdì prossimo e poi nella replica siciliana.
Matteo Bondi