Lunghe attese e numeri errati: siamo al collasso

L'autore descrive la sua esperienza al Pronto Soccorso di Forlì, dove ha dovuto attendere 10 ore senza alcuna assistenza. Inoltre, descrive la difficoltà nell'ottenere un appuntamento per l'antitetanica. Una situazione che mostra come la carenza di medici, l'incapacità organizzativa e la sciatteria siano alla base di un disservizio inaccettabile in un Paese civile.

[Segue dalla prima]

Il 30 luglio mi sono dovuto recare al Pronto soccorso di Forlì; causa un piccolo incidente avevo bisogno di un punto di sutura per un taglio al viso e di un’antitetanica. Sono arrivato al P.S. alle 17, e dopo 15 minuti di attesa c’è stata l’accettazione: pur essendo un giorno ’tranquillo’, sarei stato visitato dopo 10 ore; cioè alle 3 del giorno dopo. Di ore ne ho attese 5 poi, come altri prima, ho firmato per andar via. Senza sutura, senza antitetanica e senza aver ricevuto la benché minima attenzione. Comprendo la carenza di medici, il fatto che il P.S. è l’unico luogo dove, se stai male, forse trovi qualcuno (e dunque tutto scarica lì), eppure i rimedi esistono: e sono di tipo organizzativo. Dall’obbligare i medici di famiglia a essere reperibili anche nei festivi al destinare un medico o un infermiere ad accompagnare il triage dei codici bianchi con una qualche concreta assistenza: trasferimento alla guarda medica, rinvio al medico di base, anche solo la somministrazione di un antidolorifico. Ma l’Ausl non lo fa. Sciatteria? Incapacità? Disinteresse? Di certo 10 ore d’attesa senza assistenza sono una cosa indegna di un Paese civile. Di più: sono la rottura del ’patto sociale’ che lega i cittadini allo Stato.

Non è finita. Perché il giorno successivo ho provato a prendere appuntamento per fare l’antitetanica all’Igiene pubblica; nel sito ci sono due numeri (0543.733580 e 733540); il secondo è sempre occupato, il primo è un risponditore che informa (per gli appuntamenti) di chiamare un numero diverso (722527) comunque sempre occupato. Chiamando un cellulare (sempre indicato sul sito 338.3045543), l’operatore non prende appuntamento ma dice di chiamare un numero verde. Ma mettere direttamente nel sito il numero giusto è chiedere troppo? Inoltre, il richiamo dell’antitetanica è decennale; il mio scadeva a maggio scorso, ma te lo devi ricordare da solo. Inviare una e-mail, automatizzata, sei mesi prima della scadenza decennale costa così tanta fatica? Mi chiedevo se i disservizi derivassero da incapacità, disinteresse o sciatteria: da tutte e tre le cose insieme.

Roberto Orlandi