Lupo sulla Ravegnana, investito a Durazzanino. L’esperto: "Ormai branchi in pianura"

L’incidente mercoledì mattina. Il direttore del parco nazionale: "Sull’Appennino ce ne sono 80 esemplari, si spostano in fretta Altri però vivono ormai stabilmente in città. Ma non c’è pericolo"

Un’immagine del lupo morto a lato della strada statale. A destra Andrea Gennai (direttore del Parco)

Un’immagine del lupo morto a lato della strada statale. A destra Andrea Gennai (direttore del Parco)

Forlì, 1 aprile 2023 – Un lupo investito a Durazzanino, nel cuore della pianura forlivese, lungo via Ravegnana. È accaduto mercoledì alle 7.30. L’animale ha attraversato la strada finendo per essere travolto dalla Fiat 500 di un forlivese che procedeva in direzione di Ravenna: nessuna conseguenza per l’automobilista se non i danni al veicolo, mentre per il lupo l’impatto è stato fatale. Al momento di rilevare l’incidente (sul posto la polizia locale), la situazione ha stupito tutti: la vittima non era un cane selvatico, ma proprio un lupo che si è spinto in pianura, lungo un corso d’acqua che lo porta fino al mare. Un’associazione si è poi occupata di rimuovere il corpo.

Nella prima metà del Novecento, il lupo si era quasi estinto in Italia a causa di una caccia spietata: negli anni Settanta, se ne contavano solo tra i 100 e i 200 esemplari nell’Appennino centro-meridionale. Oggi sarebbero 3.300. Il divieto di caccia del 1971 e successivi decreti legge a tutela della specie hanno portato a una naturale espansione senza alcun intervento attivo di ripopolamento. Ecco così che i lupi sono tornati non solo su tutto il crinale appenninico e sulle Alpi, ma in Pianura Padana e alle porte della città.

"Il lupo da tempo si è insediato in vaste zone della pianura padana – spiega Andrea Gennai, direttore facente funzione del Parco nazionale delle Foreste casentinesi monte Falterona e Campigna –, fino alle pinete litoranee di Ravenna. Nella mia città, Pisa, è stato avvistato a 9 chilometri dalla torre pendente... Sempre più spesso lo troviamo nelle prime colline e nella pianura forlivese. I lupi si insediano dove c’è cibo e nelle città ce n’è molto, dunque gli avvistamenti si infittiscono così come gli incidenti soprattutto stradali di cui sono vittime".

Nell’area protetta tosco-romagnola si registrano 13-14 branchi per un numero che varia da 60 a 80 esemplari. Qui trovano molto cibo e difficilmente si spostano in pianura. Dunque in pianura si trovano piccoli branchi stanziali. "Un lupo in buona salute in un giorno può percorrere 30-40 km – aggiunge Gennai –. Un lupo chiamato ‘Sic’, così chiamato in ricordo del motociclista Marco Simoncelli, monitorato con il radiocollare, si spostò da Pennabilli nel Montefeltro al Parco nazionale dove, non trovando spazio, si spostò subito nella Riserva naturale di Acquerino in provincia di Pistoia".

Il lupo è un pericolo? "Non considera l’essere umano come una preda. In qualità di animale selvatico, è piuttosto diffidente e si tiene a debita distanza a meno che non scatti in lui un istinto di difesa. Occorre comportanti adeguati". Ovvero non bisogna fuggire, non inseguirlo per fotografarlo, tenere i cani al guinzaglio e stare lontano dalle tane con cuccioli. In città e nei centri abitati è bene non lasciare cibo in giro vicino alle case e non lasciare fuori di notte cani in calore. Una curiosità: "In pianura stanno riducendo il numero delle nutrie che tanti danni procurano alle produzioni agricole, alle strutture idrauliche ed agli ecosistemi".