La rocca di Bertinoro, sede del Centro Universitario dell’Alma Mater, l’Università di Bologna, ospiterà da domani Mach-5: Molecular Machinery: Making, Measuring, Modeling, l’appuntamento internazionale sulle macchine molecolari. Saranno Jean-Marie Lehn (foto) e Jean-Pierre Sauvage, premi Nobel per la chimica, ad aprire i lavori della conferenza che ospita i giovani ricercatori più brillanti in questo campo di ricerca di frontiera, con macchine e motori di dimensioni nanometriche da cui potranno nascere straordinarie innovazioni nel campo della tecnologia e della medicina. Verrà dato spazio ai più grandi esperti nel campo delle nanoscienze, per un confronto che metterà al centro soprattutto i ricercatori più giovani. L’appuntamento, che ha carattere itinerante e cadenza biennale, è giunto alla sua seconda edizione e arriva ora in Italia promosso da Alberto Credi, professore di Chimica e Prorettore per la Ricerca dell’Università di Bologna, e da Rainer Herges, professore all’Università di Kiel (Germania).
"Al centro del programma delle conferenze Mach-5 ci sono i giovani ricercatori: i loro contributi sono l’avanguardia di questo settore di studio e definiscono l’orizzonte verso il quale ci stiamo muovendo – spiega il professor Credi –. È ormai evidente, infatti, che dispositivi e macchine molecolari potrebbero offrire soluzioni radicalmente innovative a problemi significativi in molte aree della tecnologia e della medicina". L’apertura sarà affidata a due premi Nobel per la Chimica: Jean-Marie Lehn, che ha ricevuto il riconoscimento nel 1987, e Jean-Pierre Sauvage, che ha condiviso il Nobel 2016 con Fraser Stoddart e Ben Feringa. Proprio a Sauvage, Stoddart e Feringa – protagonisti nel 2018 di un grande evento sulle macchine molecolari nell’Aula Magna dell’Università di Bologna – è intitolato il Premio SSF (Sauvage–Stoddart–Feringa Prize). Un premio doppio: in versione Senior, dedicato a studiosi affermati, e Junior, per giovani ricercatori che si stanno distinguendo nel campo delle macchine molecolari.