La malattia di Berlusconi, l’esperto: "All’Irst di Forlì diversi pazienti in cura con buon esito"

Il responsabile di Ematologia di Meldola: "Esiste una forma giovanile, ma colpisce soprattutto l’anziano, perciò il trapianto non è possibile. Ma sono stati fatti molti passi avanti"

Un primo piano di Silvio Berlusconi

Un primo piano di Silvio Berlusconi

Forlì, 8 aprile 2023 – Gerardo Musuraca, responsabile del reparto di Ematologia all’Irst di Meldola e socio Ail, in questi giorni abbiamo sentito molto parlare della patologia che colpisce l’ex presidente del consiglio Silvio Berlusconi, ma cos’è la leucemia mielomonocitica cronica?

"Si tratta di una patologia molto complessa, caratterizzata dall’aumento di una specifica popolazione di globuli bianchi, ovvero i monociti".

Perché la definisce ‘molto complessa’?

"Perché può avere numerosissime manifestazioni e classificazioni e, di conseguenza, si possono rendere utili terapie differenti tra loro".

Quali sono le cure principali, in questi casi?

"In certi casi si procede con terapie che agiscono sul Dna, veicolando l’espressione di alcuni geni a discapito di altri; in altri, invece, si procede con farmaci chemioterapici. In alcune evenienze, poi, è sufficiente procedere con l’osservazione senza intervenire nell’immediato".

Qual è l’incidenza?

"In occidente parliamo di circa due casi e mezzo ogni centomila abitanti di età superiore ai settant’anni. Visti i dati, può rientrare tra le patologie rare. Ciò non significa che anche qui all’Irst non abbiamo in cura anche attualmente diversi pazienti con la leucemia mielomonocitica cronica".

Quando diciamo ‘cronica’ intendiamo che non si punta a una vera e propria cura?

"Anche se esiste una forma giovanile, questa patologia colpisce prevalentemente l’adulto anziano, quindi la via del trapianto allogenico non è percorribile, perciò la guarigione non è un obiettivo perseguibile. Prima di proseguire, una cosa va specificata circa il termine ‘cronica’ per non creare fraintendimenti".

Quale?

"Non deve essere visto come un termine rassicurante perché le manifestazioni della patologia, in alcuni casi, possono essere anche molto severe".

Qual è, di solito, la prognosi?

"Le prognosi possono essere anche molto diverse tra loro. Diciamo che in molti casi si continua a gestire il quadro clinico e il paziente prosegue anche per molti anni con una buona qualità della vita. All’Irst, attualmente, stiamo trattando diversi pazienti con un buon esito".

La leucemia cronica si può trasformare in acuta?

"Sì, è possibile. Se succede si rendono necessari trattamenti più importanti. Fortunatamente, nel caso della leucemia acuta mieloide, oggi abbiamo fatto molti passi avanti e possiamo contare su dei trattamenti di ultima generazione come il Venetoclax e i demetilanti che sta ottenendo ottimi risultati anche nel trattamento di pazienti anziani".