Matrimonio d’eccellenza. Ferretti in attesa di un sì. Via i cinesi? Pronti (tanti) altri pretendenti

Il colosso forlivese degli yacht è a un bivio: lascia il presidente Xuguang e la Weichai potrebbe mollare. Ma non mancano i ’corteggiatori’.

Matrimonio d’eccellenza. Ferretti in attesa di un sì. Via i cinesi? Pronti (tanti) altri pretendenti

Il colosso forlivese degli yacht è a un bivio: lascia il presidente Xuguang e la Weichai potrebbe mollare. Ma non mancano i ’corteggiatori’.

Dopo l’apertura della procedura di acquisizione di Unieuro, il gigante nazionale dell’elettronica al consumo di stanza a Forlì, anche un’altra eccellenza assoluta del territorio come il gruppo Ferretti, leader mondiale nella progettazione, costruzione e vendita di yacht a motore e da diporto di lusso, è di fatto sul mercato. Nella giornata di domani è prevista la presentazione dei dati semestrali dell’azienda, che ha il quartier generale a Forlì; ma voci insistenti parlano di un possibile disimpegno dell’azionista di maggioranza Weichai, colosso statale controllato da Pechino. Weichai acquisì Ferretti nel 2012, rilanciando con l’amministratore delegato Alberto Galassi l’impresa a livello mondiale grazie ad alta tecnologia e design innovativo fusi in un made in Italy unico.

L’azienda esporta in oltre 70 Paesi e vanta sette cantieri in Italia, da ultimo quello a Ravenna pronto nella prima metà del prossimo anno. Il portafoglio ordini del gruppo supera 1,6 miliardi, in crescita di oltre il 10% rispetto a fine 2023. Domani sarà comunque l’ultimo consiglio di amministrazione per Tan Xuguang che, a 63 anni, ha annunciato la decisione di lasciare la presidenza per dedicarsi ad altri incarichi. Ferretti, dopo le dimissioni del presidente cinese, potrebbe anche decidere di nominare subito un nuovo vertice aziendale, dopo un anno attraversato anche da alcune polemiche. Da segnalare infatti come il Consiglio di amministrazione della holding forlivese abbia dovuto ritirare nel 2024 due delibere su un’operazione di acquisto e annullamento di azioni proprie fino a un massimo del 10%, per via dell’esercizio del ‘golden power’ da parte dello Stato italiano. Il golden power è uno strumento normativo che permette al Governo di un Paese di bloccare o apporre particolari condizioni a specifiche operazioni finanziarie che ricadano nell’interesse nazionale.

Inoltre da segnalare come il braccio di ferro, per esempio, fra Unione europea e Cina in tema di dazi sulle auto elettriche prodotte nel Paese asiatico ed esportate nel vecchio continente, abbia innescato ulteriori tensioni, con Pechino pronta a minacciare ritorsioni sul mercato.

Tutti gli scenari al momento sono aperti: uscita di Weichai da Ferretti con la vendita della quota di maggioranza a un acquirente gradito al gruppo cinese; una scalata interna da parte degli azionisti di minoranza; oppure, imprenditori italiani ed europei pronti a rilevare il controllo e che proprio in queste ore manifestano un interesse verso un’azienda solida e competitiva a livello internazionale.

Gianni Bonali