Melandri si dimette, Zattini dice no "Fango e fundraising" dopo la piena È polemica sul libro dell’assessore

Città tappezzata di manifesti che mostrano l’invio di una mail che collega l’alluvione e il volume, appena pubblicato, dedicato alle raccolte fondi. "Ha smarrito la sensibilità". Il sindaco lo fa restare.

Melandri si dimette, Zattini dice no  "Fango e fundraising" dopo la piena  È polemica sul libro dell’assessore

Melandri si dimette, Zattini dice no "Fango e fundraising" dopo la piena È polemica sul libro dell’assessore

di Marco Bilancioni

È una mail dal titolo ‘Fango e fundraising’ a mettere nei guai il Comune e l’assessore alla cultura Valerio Melandri. L’invio – datato sabato 20 maggio – è partito da un indirizzo privato, con la tipica forma della newsletter, mandato a una lista che può contenere migliaia di indirizzi. Contiene anche la foto della copertina del libro (titolo ‘Fundraising per la tua causa’, pubblicato da una casa editrice importante come Mondadori) e la si può leggere integralmente affissa anche in vari manifesti in giro per la città. Sormontata dal titolo ‘Smarrita la sensibilità dell’assessore’.

Nei giorni scorsi, Melandri ha presentato le sue dimissioni al sindaco Gian Luca Zattini. Che le ha respinte. La questione (per ora) non è stata cavalcata politicamente dall’opposizione: anzi, nei giorni scorsi i gruppi consigliari di centrosinistra hanno emesso una nota all’insegna dell’unità con alcune proposte costruttive sulla gestione dell’emergenza. L’accusa che serpeggia: Melandri si ricollega alla tragedia dell’alluvione adducendola come motivazione per comprare il suo libro. La difesa che circola in ambienti della maggioranza: si è espresso in maniera sbagliata, ma il suo vero obiettivo era sottolineare l’importanza delle raccolte fondi per finalità benefiche. Melandri – che non vuole commentare la polemica né la sua decisione di rassegnare le dimissioni – oltre che assessore è uno dei massimi esperti italiani di fundraising, termine che si usa per indicare le raccolte fondi strutturate. È docente universitario dell’Alma Mater di Bologna e ha attivato proprio a Forlì un master su questo argomento nonché un festival.

Nell’incipit della sua mail, Melandri fa riferimento a "una parte di Forlì, la mia città, distrutta". Subito dopo inizia a parlare della sua opera: "Il primo giorno di alluvione, il 16 maggio, è uscito anche il mio nuovo libro sul fundraising. Non penso sia una coincidenza". Il libro (333 pagine) raccoglie "la mia esperienza di 30 anni. È stato il libro più faticoso che ho scritto, ma anche il più attento e curato". "Così puoi tenerlo sempre sulla scrivania, consultarlo e fare fundraising senza perdere la strada". In fondo c’è il link per l’acquisto.

In altri passaggi ci sono considerazioni più generali: "Parlare di soldi e donazioni è ancora oggi un tabù, sono proprio questi che servono per ricostruire con un po’ più di velocità. Mi rendo conto quanto sia più importante che mai divulgare la cultura del fundraising". Infatti, "tante persone in questi giorni mi chiedono: come posso dare una mano? E io mi dico: per fortuna esiste una professione fatta di uomini e donne che spiegano come si fa a dare una mano". "La raccolta fondi – è la frase che campeggia con grandi caratteri – non si improvvisa".

Non è la prima volta che Valerio Melandri finisce al centro di una polemica: proprio nelle settimane che precedevano l’alluvione, varie associazioni cittadine erano scese in piazza per protestare contro la scelta di spostare la collezione Verzocchi nonché di costituire un premio e affidarne la giuria a Camillo Langone, critico d’arte che ha espresso in passato posizioni anti-femministe e xenofobe (poi smentite, almeno in parte). Anno scorso erano stati Fratelli d’Italia e Centrodestra per Forlì, che pure fanno parte della maggioranza, a chiederne le dimissioni per aver concesso il patrocinio alla festa delle famiglie arcobaleno, ovvero coppie gay con figli.

Anche la stessa maggioranza sembra consapevole che l’assessore si sia espresso con parole sbagliate, che urtano i sentimenti di chi ha perso tutto nell’alluvione. Però gestire un rimpasto (sarebbe il secondo di questa legislatura) sarebbe in questo momento problematico, visto che le priorità sono altre. Senza contare che sul tavolo dell’assessore ci sono numerosi dossier importanti, sui quali lo stesso Zattini ha spesso messo la faccia: il secondo chiostro del San Domenico, l’auditorium all’ex Gil che sarà inaugurato fra pochi mesi, il museo della Ginnastica, quello del volo al Collegio aeronautico, le candidature Unesco del ‘miglio bianco’ (ovvero l’architettura del Novecento) e del liscio. Tutto in secondo piano, al momento, rispetto al fango.