"Cara Sara, oggi ho conosciuto i tuoi genitori e tua sorella Manuela mentre facevo la mia camminata al parco urbano. Un incontro che mi ha emozionato e allo stesso tempo lasciato tanta malinconia e tristezza". (Chicca, 23 dicembre 2022).
Scorrendo l’album ’Leggera, libera e luminosa’ si ha l’impressione di compiere un viaggio, nel tempo (dalla scomparsa di Sara, il 4 marzo 2021, ad oggi), nello spazio (da Forlì a Trento, passando addirittura per alcuni italiani all’estero), ma soprattutto nel cuore di una comunità venutasi a creare attorno a questa famiglia. C’è chi non abbandona la speranza di un suo ritorno, chi ha vissuto una storia di mobbing simile a quella di Sara, ci sono i suoi amici d’infanzia, mamme sconosciute che si stringono forte a Mirella, persino bambini curiosi. Ci sono le foto dei regali di Natale, sfere artigianali o con foto incastonate dentro, che sono state poi appese all’albero. I sassi dipinti a mano, gli angioletti e le uova pasquali donati e immortalati nel giardino. Ma ci sono soprattutto tante, tantissime parole.
"Cara Sara, oggi è un giorno un po’ storto. Sono a casa da sola con il Covid e mi sono detta: scrivo a Sara! Non ti conosco, ma mi manchi, sai? Mi rattrista moltissimo quello che ti è successo. Mi addolora profondamente immaginare cosa ti hanno fatto passare". A scrivere è Anna, da Colonia, il 24 giugno 2022 (giorno successivo al compleanno di Sara). "Io al contrario di te ho avuto molta fortuna nel mio lavoro – continua –. Ho un responsabile che ha un dono incredibile: sa riconoscere il capitale più prezioso, i suoi impiegati. Lo adoreresti e lui adorerebbe te. Ma vedi, per godere di tale fortuna professionale mi sono trasferita all’estero, sono in Germania da tanti anni".
E ancora Raffaella, dall’Inghilterra, spedisce una lunga lettera scritta a mano e una cartolina stampata con il seguente messaggio: Some people bring such incredible light to this world, that even after they are gone, the light remains (Alcune persone portano una tale incredibile luce in questo mondo che, anche dopo che se ne sono andate, la luce rimane).
C’è chi chiede "una degna sepoltura nella tua Romagna per avere una tomba su cui piangerti" e chi scrive versi in dialetto, definendola "un fiore sciupato da anime dannate, un angelo dai capelli color del fuoco". C’è chi chiede "giustizia", nella speranza "che non succeda più a nessun altro quello che è successo a te" e chi si augura che "la tua storia sia stata d’insegnamento ad altri". Vanessa da Trento scrive "dalla valle da cui ci hai salutato per l’ultima volta" e confessa: "Non smetteremo mai di aspettarti".
E sempre da Trento arriva forse uno dei pensieri più coinvolgenti e commoventi. Sonia, infermiera, scrive: "Cara Sara, sono venuta fin qui per onorarti. Mi spiace tanto per tutti i soprusi che hai dovuto subire e ti capisco. Sei una persona forte e non ’fragile’ come ti catalogano in molti. Io pur avendo subito per anni maltrattamenti, non ho mai avuto il tuo coraggio. E’ brutto dirlo e mi vergogno, ma ti ringrazio per aver messo fine a questa ingiustizia. Il terrore regnava in me. Pur avendo mandato svariate mail di mobbing contro quella persona, l’Azienda ha scelto la strada del silenzio e questo è il risultato". E conclude: "Mi scuso con te e tutta la tua famiglia per non essere riuscita, con le mie forze, a fermare tutto ciò".
’Leggera, libera e luminosa’: un viaggio lungo oltre 50 pagine, dense di amore e condivisione, intrise di gratitudine e speranza. Ma anche di ricerca di senso e appello alla giustizia per la scomparsa di Sara Pedri.
Serena D’Urbano