Migranti, boom di arrivi Centri di accoglienza saturi in provincia "Servono altri spazi"

Si fa sentire l’effetto degli sbarchi triplicati nei primi tre mesi del 2023: nel territorio di Forlì-Cesena restano appena una decina di posti disponibili, ma la pressione dei profughi continua ad aumentare .

di Elide Giordani

Assai prossime alla saturazione. Anche nella nostra provincia le strutture di accoglienza dei migranti sono, come afferma il prefetto Antonio Corona, "con l’acqua alla gola". "Non si può neppure parlare di emergenza, poiché è una condizione costante, ma di straordinarietà che si ripresenta da diversi mesi. Combattiamo con le armi che abbiamo, ma se la pressione aumenta non sapremo che fare se non riorganizzarci con altre strutture". E’ di circa 440 posti la capacità di accoglienza dei migranti nella nostra provincia ma i 20 mila sbarchi sulle coste italiane dei primi tre mesi del 2023, un numero tre volte superiore allo stesso periodo dell’anno passato, hanno determinato una pressione sproporzionata anche sulle strutture periferiche, tanto che nella nostra provincia non resta che una decina di posti disponibili. Triplicano gli attracchi, triplicano le richieste di accoglienza. Ovviamente parametrate alla dimensione delle provincie e dei comuni che, a caduta, sono chiamati ad organizzare i propri spazi. Il 20 per cento degli arrivi che raggiungono l’Emilia-Romagna rimane nella provincia di Bologna, il resto viene distribuito da Piacenza a Rimini. Ogni collocazione è gestita dalla prefettura, attraverso il Sai, Sistema Accoglienza e Integrazione. In provincia i migranti sono ospiti tra appartamenti e un albergo a Cesenatico, ubicati in tutto il territorio dopo che è cessata la convenzione con le Unioni dei Comuni, ad eccezione di quella con il Rubicone per due piccole strutture per un totale di 14 posti. Ci sono punti di accoglienza a Forlimpopoli, Portico, Rocca, Dovadola, Castrocaro, Santa Sofia, Galeata, Predappio, poi Longiano e Gambettola. A questi si aggiungono due alberghi, uno a San Mauro Pascoli e uno a Forlì, che ospitano 140 ucraini. "Sì, certo, sono strutture sature - commenta la dottoressa Giovanna Longhi, vicario del prefetto Corona - ma come per tutti i territori, ormai. Per questo abbiamo avviato procedure di bandi sia per operatori economici che hanno la capacità tecnica di gestione che la struttura da mettere a disposizione, che per operatori economici con capacità professionale ma non hanno una struttura. La terza possibilità è offerta al soggetto privato che ha un immobile che non ha la capacità di gestire ma lo mette comunque a disposizione. Abbiamo divulgato la notizia dei bandi a tutti i comuni, ci auguriamo che qualche disponibilità possa emergere così da avere a disposizione altri spazi".

E già ci sono attive sul territorio strutture locali che da tempo hanno accolto le domande. E’ il caso della cooperativa forlivese DiaLogos che oltre a molteplici attività di integrazione tiene le fila dell’accoglienza dei migranti e gestisce quattro Cas (Centro di accoglienza straordinaria) nel Cesenate, da San Vittore a Sarsina, e sei nel Forlivese, tra Forlì e Castrocaro. In totale circa 100 posti, a cui si aggiunge una quarantina di posti gestiti attraversi il Sai. "La pressione in questi ultimi tempi si è fatta costante - ammette Patrizio Orlandi, presidente di Dia.Logos -. La prefettura ci interpella almeno due o tre volte la settimana per capire se abbiamo disponibilità di posti. Si parla di 57 persone nei sette giorni. Ma noi in questo momento di posti non ne abbiamo". "C’è tuttavia un impegno quotidiano, più accentuato che in passato, per gestire le dinamiche delle entrate e delle uscite - precisa Orlandi - che coinvolgono i migranti nostri ospiti che lasciano l’Italia di loro volontà, poiché evidentemente non era il nostro Paese la meta del loro progetto migratorio. In tal modo, ovviamente, si creano continuamente altre disponibilità di accoglienza. E il lavoro continua".