QUINTO CAPPELLI
Cronaca

Momento in ricordo degli internati militari

A Predappio sono stati individuati i discendenti di coloro che rifiutarono di combattere a fianco dei tedeschi: per loro un incontro speciale.

Il sindaco Canali con le famiglie dei militari internati

Il sindaco Canali con le famiglie dei militari internati

Sabato scorso si è svolto in municipio a Predappio, alla presenza del sindaco Roberto Canali, un incontro dedicato agli Internati militari italiani (Imi). E’ così che furono chiamati i militari catturati dai tedeschi dopo l’8 settembre 1943 in Italia e negli altri fronti di guerra per aver opposto il loro rifiuto di fronte a una situazione che non potevano accettare.

Quei militari, infatti, posti di fronte alla richiesta immediata di continuare a combattere al fianco dei tedeschi e successivamente per la Repubblica Sociale Italiana, presero la coraggiosa decisione di rifiutare, pur sapendo che avrebbero pagato le conseguenze della loro scelta. Infatti furono subito deportati in Germania.

Commenta il sindaco Canali: "Sulla scia di qualche onorificenza recentemente concessa e grazie al prezioso lavoro di Fiorenzo Guidi, ex dipendente comunale e grande appassionato della nostra storia, sono stati individuati i nomi dei predappiesi che furono internati e l’amministrazione comunale ha convocato i loro discendenti per informarli delle procedure da svolgere per la concessione della ‘Medaglia d’Onore’ ai cittadini italiani, militari e civili, deportati ed internati nei lager nazisti e destinati al lavoro coatto per l’economia di guerra nell’ultimo conflitto mondiale".

Buona parte degli invitati alla cerimonia ha partecipato all’incontro, durante il quale Guidi, forte della propria esperienza in materia, ha anche colto l’occasione per rispondere alle domande degli intervenuti e ha consegnato ai presenti i moduli da inoltrare al Comitato presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri per la richiesta di concessione della ‘Medaglia d’Onore’, illustrando esaustivamente la documentazione da allegare.

Conclude il sindaco Canali, stilando un bilancio dell’iniziativa: "I partecipanti all’incontro di sabato ci hanno ringraziato per l’interessamento e restano in attesa di una favorevole risposta che porti al conferimento della medaglia".

Dopo l’8 settembre 1943, circa 197.000 militari italiani catturati dai tedeschi scelsero di continuare la guerra a fianco delle potenze dell’Asse. Gli altri vennero considerati prigionieri di guerra o internati: parliamo di 600.000 persone portate nei campi di concentramento e di lavoro nazisti. Sappiamo che la condizione peggiore fu riservata agli 8.564 deportati per motivi razziali (quasi tutti ebrei, morti al 90% ad Auschwitz). Ad essi si aggiungono almeno altri 23.826 deportati politici italiani, la metà dei quali morti per le durissime condizioni di lavoro.

Quinto Cappelli