
Forlì, 10 agosto 2023 – Si allargano – come peraltro intuibile fin dall’inizio – le indagini della procura di Ferrara sulla morte delle due anziane a seguito delle operazioni agli occhi eseguite all’ospedale di Cona.
È infatti stato aperto un altro fascicolo d’inchiesta, al momento a carico di ignoti, per l’ipotesi di reato prevista dall’articolo 365 per l’omessa o ritardata comunicazione di un referto all’autorità giudiziaria, in sintesi omissione di referto. Si tratta di accertamenti che corrono paralleli al primo filone d’inchiesta che vede ventidue indagati, tra medici e infermieri, per concorso in omicidio colposo: tutti coloro che hanno avuto a che fare con l’intervento prima e il decorso post operatorio poi di Gabriella Cimatti (81 anni) e Mara Cremonini (70 anni), decedute tra giovedì 27 e venerdì 28 luglio, dopo essere state sottoposte a un intervento chirurgico agli occhi nella Clinica di chirurgia oculistica del Sant’Anna. La prima morta poco dopo il termine dell’operazione e la seconda poche ore dopo, dopo il ricovero nel reparto di Ortopedia. Per questo filone, ieri il pubblico ministero Andrea Maggioni che coordina le indagini della squadra mobile di Ferrara, ha assegnato la consulenza tecnica al medico legale scelto, e accolto la nomina dei vari consulenti di parte.
Luce sui ritardi. A fianco delle indagini che mirano a capire che cosa ha ucciso le due pazienti, il pm ha avviato le indagini anche per ricostruire i passaggi che hanno portato, dopo quattro giorni, secondo quanto emerso al momento, alla comunicazione dei due decessi all’autorità giudiziaria. Un po’ troppo tardi secondo la procura, considerando che proprio l’articolo 365 del codice penale, omissione di referto, prevede che: "Chiunque, avendo nell’esercizio di una professione sanitaria prestato la propria assistenza od opera in casi che possono presentare i caratteri di un delitto per il quale si debba procedere d’ufficio, omette o ritarda di riferirne all’Autorità indicata nell’articolo 361 è punito con la multa fino a cinquecentosedici euro".
Il magistrato vuole capire a fondo chi sarebbe stato deputato a comunicare immediatamente alla procura – almeno dopo il secondo decesso, quando l’ipotesi di reato poteva non essere così improbabile – quanto accaduto; chi, poi, lo ha fatto effettivamente e in quali modi e tempi. Una ricostruzione che spetta agli uomini della squadra mobile di Ferrara, anche sulla base di quanto accertato dal momento che è stata aperta la prima inchiesta e dai documenti sequestrati in ospedale. Chi avrebbe dovuto assumersi l’onere di comunicare alla procura dei due decessi così simili e ravvicinati nel tempo? Peraltro, secondo una procedura ’fissata’ anche da una normativa specifica (Dpr 28590 e Legge 831961), non solo in caso di sospetto di reato, c’è l’obbligo della comunicazione, ma anche di non agire in alcun modo per accertamenti che non siano disposti dall’autorità giudiziaria. Su questi aspetti, in Regione, è stata presentata un’interrogazione della consigliera del Gruppo Misto, Giulia Gibertoni, che chiedere di fare luce sui decessi e sui ritardi nella comunicazione.