Nei quadri la moda dei tempi Dall’arte alla vita di ogni giorno "Ed ecco il riscatto delle righe"

Silvia Arfelli, critico e curatrice di esposizioni, prende in esame due dei capolavori presenti nella rassegna del San Domenico, puntando la lente d’ingrandimento su un aspetto particolare.

Nei quadri la moda dei tempi  Dall’arte alla vita di ogni giorno  "Ed ecco il riscatto delle righe"

Nei quadri la moda dei tempi Dall’arte alla vita di ogni giorno "Ed ecco il riscatto delle righe"

di Silvia

Arfelli *

Il diavolo non veste Prada, ma "si nasconde tra le righe", come dice il proverbio. Quando tra il 1920 e il ‘21 Henri Matisse dipingeva ‘Donna e anemoni’, con la squillante tovaglia a righe rosse in primo piano, Coco Chanel portava nei guardaroba delle parigine à la page le maglie a righe dei pescatori bretoni che aveva scoperto a Deauville, abbinandola a perle e rossetto, ed elevandola per sempre a simbolo dello chic balneare, indossata nel tempo da artisti come Picasso e Andy Wharol o da icone di stile come Audrey Hepurn e Brigitte Bardot.

In epoca moderna le righe hanno riscattato, con gli interessi, il loro passato oscuro, considerato che per tutto il Medioevo e oltre sono state il segno distintivo di buffoni, eretici, boia, prostitute (Caravaggio rappresenta i bari con abiti rigati). Dopo un recupero iniziato in sordina e passato attraverso due rivoluzioni, francese e americana, in cui le righe divennero uno status politico, indossate nei colori delle bandiere nazionali, cominciarono ad affermarsi anche in ambito domestico: personale di servizio, stallieri e servitori indossavano la riga orizzontale, mentre a partire dalla seconda metà del ‘700 trionfò come elemento aristocratico di classe, ma con forma nettamente verticale.

I Macchiaioli ne furono testimoni, proponendo scene d’intimità borghese come ‘Gioie materne’ di Gerolamo Induno del 1871, che mostra un bimbo in fasce in braccio alla fantesca, mentre la giovane madre suona la pianola con un abito da casa a righe azzurre e panna, derivato dalla moda vittoriana, in cui il rigato afferma un certo prestigio, poiché questo è il secolo in cui l’abito varia a seconda delle ore e delle occasioni: abiti da casa, da passeggio, da viaggio, da visita, da sera, da ballo o per la villeggiatura; è anche il periodo in cui il tessuto rigato si sposta sulla biancheria per la casa e l’arredamento (l’associazione tra le tende e le righe ha attraversato i secoli, dalle miniature medievali alle spiagge dei giorni nostri). Matisse ne coglie le suggestioni creando corrispondenze fra forme e colori: così i rossi della parete e della poltrona si ritrovano sulle righe rosse della tovaglia.

L’ufficialità aveva giocato un proprio ruolo: nel 1858 la Marina francese decretò che nella divisa da marinaio la maglia doveva avere ventuno righe blu indaco per ciascuna delle vittorie di Napoleone, con strisce bianche due volte più grandi di quelle blu, un design che avrebbe dovuto rendere più riconoscibile un uomo in mare per facilitarne il salvataggio. Nasceva formalmente lo stile navy.

* critico d’arte