SOFIA NARDI
Cronaca

Nel nome di Chiara, oltre la malattia. Folla di amici per l’addio alla 27enne: "Hai saputo creare connessioni"

Dal padre Giancarlo, alla sorella, al fidanzato: tanti ricordi commossi per la giovane morta di tumore. Ha preso la parola anche Sara Liverani, paziente oncologica al quarto stadio, ospite del suo podcast.

Dal padre Giancarlo, alla sorella, al fidanzato: tanti ricordi commossi per la giovane morta di tumore. Ha preso la parola anche Sara Liverani, paziente oncologica al quarto stadio, ospite del suo podcast.

Dal padre Giancarlo, alla sorella, al fidanzato: tanti ricordi commossi per la giovane morta di tumore. Ha preso la parola anche Sara Liverani, paziente oncologica al quarto stadio, ospite del suo podcast.

Un po’ come se Chiara stesse per partire per una delle sue avventure, e amici e parenti si fossero raccolti per un’ultima festa prima dell’addio: forse era andata così anche quando, appena ventenne, è partita per Monaco da sola per mettere a frutto la sua laurea in ingegneria aerospaziale. Solo che questa volta il viaggio di Chiara Pennuti, morta di tumore a soli 27 anni, sarà per una destinazione molto più lontana, irraggiungibile anche per uno di quei razzi che collaborava a costruire. Eppure, anche al suo funerale, quello che si respirava era un dolore sereno, consapevole che quel che Chiara ha costruito non potrà che continuare a germogliare.

Una folla di amici e parenti si è raccolta all’ombra fresca dei tigli dell’area verde accanto alla camera mortuaria per un ultimo saluto prima della cremazione. Al centro, su un cavalletto, la foto di Chiara, sorridente come tutti la ricordano. A prendere la parola per primo è il padre Giancarlo, mentre la madre, Maria Letizia, preferisce restare in silenzioso ascolto: "Abbiamo pensato di trovarci qui tutti insieme – spiega – per ricordarla". Ed è proprio lui a cominciare, con la voce limpida solo di tanto in tanto squassata dall’emozione: "Eri una persona speciale, solare. Hai affrontato la tua malattia con uno stile ironico che lascerà il segno. Ti piacevano la montagna, il fiume di Premilcuore, il mare, l’avventura, l’impegno sociale. Sapevi fare incontrare le persone, creare connessioni. Lasci un vuoto immenso, ma so che ci ritroveremo, e questa volta senza macigni sul cuore". Poi, uno dopo l’altro, si susseguono le testimonianze.

C’è Anna, ad esempio, che con lei, insieme ad altri amici, ha collaborato alla realizzazione del podcast ‘Una zebra in corsia’, dove Chiara, in una serie di interviste brillanti e scanzonate, ha raccontato la malattia da un punto di vista nuovo: "Nella tua breve vita hai fatto tante cose, più di quante altri ne riuscirebbero a fare con molto più tempo a disposizione. Mi hai coinvolto in esperienze pazzesche, grazie a te ho incontrato persone incredibili, abbiamo riso, pianto, condiviso. Tu c’eri quando avevo problemi che in confronto ai tuoi erano minuscoli: non mi hai mai fatta sentire in secondo piano". Ha voce sottile, spezzata dalla commozione, il fidanzato di Chiara, che le parla come se fosse proprio lì, accanto a lui, e forse in un certo senso è proprio così: "Ci siamo incontrati tre anni fa in Svizzera e da allora non ci siamo separati. Ti stimo moltissimo: sei intelligente ironica, pragmatica, con valori forti. Grazie per tutti i nostri momenti insieme: per le pizze con i broccoli, per le chiacchierate sotto le stelle, la torta tenerina, che buona così la sai fare solo tu, per i baci, gli abbracci… Sognavamo di viaggiare tanto insieme. Purtroppo non è stato possibile, ma sono felice di esserti stato accanto. Ti ricorderò per sempre e cercherò di fare mio il tuo entusiasmo. Ti amo".

Breve l’intervento della sorella Beatrice: "Chi ti ha conosciuto sa che non eri una persona facile, volevi che tutto fosse fatto in un certo modo: il tuo. Eppure chi ti vuole bene sa quanto sei meravigliosa, capace di gesti dolcissimi, con i tuoi calzini pazzerelli, il tuo sorriso, la tua voglia di viaggiare… Mi dicevi sempre ‘Dai, Bea, sorridi’. Non so se sarà facile, ma prometto che cercherò di farlo per te".

A raccontarla anche tanti amici di Premilcuore, il paese di Chiara. Nelle loro parole ci sono "i nascondini in piazza, le prime cotte, le partite a carte sul balconcino segreto, le giornate al fiume, le notti al ponte ad ascoltare storie di paura". Sanno che rispetto a quei giorni, in cui il futuro era ancora tutto da scrivere, ora ogni cosa è cambiata, ma sanno anche che nulla andrà davvero perso: "Fai parte dei nostri cuori e ti porteremo con noi a cercare di migliorare questo mondo con la spinta che, senza neanche saperlo, ci hai dato".

In ultimo prende la parola Sara Liverani, un’ospite del podcast di Chiara, anche lei malata oncologica: "Lunedì, il giorno in cui ho saputo quel che le era successo, ho scoperto anche che sono al quarto stadio. Chiara, la sua determinazione e la sua forza, sono per me una testimonianza della grandezza delle donne, che anche quando sono in mille pezzi, li raccolgono e ne fanno qualcosa di buono".

Tanto sarebbe ancora da dire, eppure allo stesso tempo è già stato detto tutto. Le parole si arrestano, ma nessuno se ne va, anzi: man mano si formano piccoli capannelli (molti di queste amicizie, è certo, le ha create Chiara, con la sua magica capacità di creare legami) e tra i volti rigati di lacrime cominciano a nascere i sorrisi. Esattamente come lei avrebbe voluto.