SOFIA VEGEZZI
Cronaca

Non maltrattò il compagno. L’uomo morì privo di cure, lei assolta: "È senza colpa"

Affetto da numerose patologie, spirò dopo essere stato trovato in condizioni sanitarie inadeguate nella casa di Tredozio in cui risiedeva con la donna.

Ieri la sentenza. L’imputata era difesa dall’avvocato Nicola Montefiori

Ieri la sentenza. L’imputata era difesa dall’avvocato Nicola Montefiori

Assolta. È netta la sentenza della Corte d’Assise di Forlì, che ieri ha giudicato Darlys non colpevole per entrambi i capi d’imputazione a lei ascritti: maltrattamenti contro familiari e abbandono di persona incapace con esito mortale.

Questa storia non inizia il 23 marzo 2023, giorno in cui, nel corso di una visita domiciliare, i servizi sociali trovano Onorio Turchi, 66enne originario di Brisighella e affetto da numerosi disturbi – tra i quali insufficienza cardiaca, astenia profonda e inedia –, che lo rendono incapace di provvedere a se stesso, "in una situazione igienico-sanitaria completamente inadeguata". E cioè deprivato delle cure mediche necessarie alla sua condizione e in un ambiente casalingo dominato dall’incuria e dalla sporcizia; condizione che lo porterà al decesso poco dopo.

Questa storia inizia più di dieci anni fa, quando Turchi e la sua Darlys, oggi 44enne, originaria di Cuba, si conoscono, si innamorano e decidono di andare a convivere nell’appartamento di lui, a Tredozio, dove poi nascerà un figlio. Ma i tira e molla iniziano subito, così come i lunghi periodi che la donna, come emerso dalle dichiarazioni rese dai vicini di casa durante il processo, trascorre dalla sua famiglia a Cuba insieme al figlio, per sfuggire a una relazione costellata di litigi e urla. I frequenti episodi portano la procura a richiedere, già nel 2018, una perizia su Darlys, a seguito della quale il figlio minorenne viene allontanato. Altrettanto numerosi gli psichiatri che nel corso degli anni seguono la donna e predispongono il suo ricovero presso strutture specializzate e la somministrazione di farmaci antipsicotici, indicando ciò che è poi stato confermato dall’esame forense del processo, ossia un’infermità mentale "tale da determinare una grave compromissione della capacità di intendere e di volere".

È all’interno di questa "alterata capacità di valutare la realtà" che, almeno secondo la difesa della donna, rappresentata dall’avvocato Nicola Montefiori (con studio a Bologna e a Faernza), si collocano le omissioni da cui è derivata la morte di Turchi. Il quale, come accertato dalla perizia tecnica disposta dalla Corte, rifiutava le cure a cui era sottoposto. In sostanza, il fatto che la donna, nei giorni precedenti al decesso dell’uomo, non gli avesse somministrato i farmaci, richiesto aiuto esterno né curato la pulizia della casa è da imputare alla sua "condizione di infermità mentale preesistente", che le avrebbe impedito di rendersi conto della gravità delle condizioni di salute dell’uomo e delle conseguenze della sua incuria. La Corte d’Assise ha così confermato la richiesta d’assoluzione presentata dalla difesa e dalla stessa pm Laura Brunelli, per non sussistenza del fatto nel caso dei maltrattamenti e per difetto d’imputabilità per quanto concerne l’abbandono. Darlys, che si trova attualmente a Londra con un nuovo compagno, al rientro in Italia dovrà quindi scontare soltanto la misura della libertà vigilata per un anno.

Sofia Vegezzi