Notte di sangue con coltelli al mare. I due arrestati: "Ci siamo difesi"

L’accusa è tentato omicidio: lite esplosa per l’apprezzamento a una ragazza. Anche i feriti sono forlivesi

Notte di sangue con coltelli al mare. I due arrestati: "Ci siamo difesi"

Il colonnello Andrea Lachi, comandante della compagna dei carabinieri di ravenna

Si trovano in carcere a Ravenna da mercoledì mattina. Da quando cioè i carabinieri gli hanno notificato le rispettive misure restrittive per tentato omicidio in concorso e porto abusivo di arma bianca (un coltello e un tirapugni). Lunedì mattina in tribunale toccherà a loro due: nell’interrogatorio di garanzia potranno cioè rendere la loro versione dell’accaduto. E i due indagati sembrano intenzionati a farlo.

Si tratta dei due giovani forlivesi di 20 e 21 anni – un pizzaiolo e uno studente lavoratore, entrambi italiani incensurati di origine albanese – accusati in relazione all’accoltellamento di due forlivesi di 17 e 18 anni avvenuto verso le 3.30 della notte tra 10 e 11 agosto scorso fuori da uno stabilimento balneare di Lido di Classe.

I fatti, secondo quanto ricostruito dalle indagini dei carabinieri della Compagnia di Cervia-Milano Marittima e dei colleghi del nucleo investigativo di Ravenna coordinate dal pm Silvia Ziniti, si sono innescati da un apprezzamento non gradito rivolto nel corso di una festa in spiaggia alla fidanzata di uno dei due ora in carcere (la ragazza è estranea alle contestazioni mosse dalla procura). Nella successiva lite, i due avrebbero impugnato coltello e tirapugni: per i feriti, prognosi iniziali di 7 giorni (poi diventata di oltre 40) e, per il più grave, di 40 giorni per fendenti a torace e schiena. Una delle vittime conosceva uno dei presunti aggressori per avere frequentato la stessa scuola a Forlì: ciò ha probabilmente agevolato l’identificazione.

Le due armi, forse gettate via subito dopo l’accaduto, non sono state ritrovate nemmeno durante le perquisizioni domiciliari contestuali alla notifica delle ordinanze di custodia cautelare disposte dal gip ravennate Corrado Schiaretti. Il procuratore di Ravenna Daniele Barberini ieri mattina in un incontro con la stampa – alla presenza tra gli altri del colonnello Andrea Lachi, comandante provinciale dell’Arma –, ha voluto sottolineare lo sforzo fatto dalle forze dell’ordine per individuare i due sospettati alla luce di un "fatto grave: uscire per divertirsi con il coltello in tasca". Si tratta di "comportamenti che vanno repressi per garantire l’incolumità di tutti quanti e per fare capire che certi episodi non restano impuniti".

Il capitano Umberto Cerracchio, comandante della Compagnia rivierasca, ha brevemente ripercorso le indagini sottolineando la collaborazione offerta da "ragazzi molto giovani che erano lì per divertirsi". Tra i testimoni, sono stati sentiti anche amici e parenti dei feriti. Dell’episodio, non esistono immagini se non un filmato che ritrae "i due giovani feriti accompagnati fuori dai soccorritori".

In quanto agli accusati, difesi dagli avvocati forlivesi Marco Milandri e Valerio Girani, sono intenzionati a rispondere al giudice per riferire, in sintesi, di "essersi solo difesi" da un’aggressione patita a loro avviso "da 7 o 8 giovani". In particolare uno dei due avrebbe poi in effetti estratto un coltellino svizzero: ma – sempre a suo avviso – lo avrebbe fatto, appunto "solo per difendersi". Per poi gettarlo via prima di scappare. L’altro arrestato invece è pronto a negare di avere usato un tirapugni, per sostenere in sintesi di essersi solo trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato.

Andrea Colombari