
Il fisioterapista si è spento domenica mattina a 64 anni. Lascia la moglie Enia e i figli Luca e Daniele, che proseguono la sua professione al Fisiology di via Grigioni
Tante persone per tutta la giornata di ieri si sono recate alla camera mortuaria dell’ospedale Morgagni-Pierantoni per rendere omaggio a Fabrizio Borra, il massofisioterapista delle stelle dello sport e di grandi nomi dello dello spettacolo, ma soprattutto di tante persone comuni, scomparso all’Hospice di Forlimpopoli nelle prime ore di domenica appena due giorni dopo aver compiuto 64 anni.
Colpito un anno fa da una forma tumorale al cervello, gli è stata fatale una caduta nel suo amatissimo centro riabilitativo, il Fisiology di via Grigioni, avvenuta lunedì scorso. Ad accogliere i tanti amici, parenti o semplici conoscenti curati e rimessi in piedi da Borra e dalla sua squadra di collaboratori, sono stati per tutta la giornata la moglie Enia e i due figli, Luca e Daniele, in una serie di abbracci e commozione quasi senza fine.
Per l’ultimo viaggio, Fabrizio indossa le sue amate scarpe da ginnastica, un paio di jeans scuri e una camicia a quadrettini azzurri, unico vezzo per un uomo che ha sempre fatto della concretezza e dell’informalità uno dei suoi tanti punti di forza. All’interno della stanza c’è un’imponente corona di fiori inviata dall’amico Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti, quasi a vegliare su di lui. Fra le tante persone arrivate anche alcuni campioni dello sport, come un affranto Giuliano Razzoli, campione olimpico di slalom speciale alle Olimpiadi invernali di Vancouver nel 2010, e grande amico di Borra.
Ma la maggior parte dei grandi nomi dello sport e dello spettacolo è attesa oggi ai funerali che sono in programma alle 14.30 in Duomo. Il pilota di Formula Uno Fernando Alonso (ex Ferrari e Renault, oggi alla Aston Martin), con cui Borra ha collaborato dal 2000, ha annunciato la sua presenza. Così come il saltatore in alto Gianmarco Tamberi, oro alle Olimpiadi di Tokyo e ai Mondiali di Budapest. E tanti altri, fra cui i numerosi giocatori di basket delle squadre forlivesi di ieri e di oggi ma non solo (Simone Fontecchio, oggi ai Detroit Pistons, unico italiano in Nba, ha inviato anche lui una bella corona di fiori): tanti si sono affidati alle sue conoscenze, alla sua competenza e alla sua umanità.
Ma saranno presenti in particolar modo tutti coloro che ha aiutato nei suoi centri di riabilitazione e fisiologia da infortuni, seri, gravi e in alcuni casi anche drammatici che vorranno salutarlo per l’ultima volta. E soprattutto dirgli grazie.