
Ieri mattina la celebrazione al monumento dedicato alla catastrofe. Il sindaco: "Si va verso il superamento di situazioni inaccettabili".
Nella mattina limpida e fredda, Forlì si è radunata di nuovo sotto Porta Schiavonia, di fronte alla scultura simbolo dell’alluvione del 2023, per commemorare la tragedia, a due anni dall’evento che ha cambiato per sempre la storia di Forlì. La cerimonia è lontana da quella dello scorso anno, che si tenne di pomeriggio, con momenti musicali e la presenza di tanti cittadini, alluvionati e non: questa volta si è optato per la prima mattina e per un evento asciutto ed essenziale, consumato in pochi minuti.
È stata chiusa una sola corsia della grande rotonda che circonda la Porta e proprio lì, in fila, si sono posizionati i rappresentanti delle istituzioni. Un cordone umano che si è disposto nel luogo più simbolico di tutti: quel ponte che, nei terribili giorni di due anni fa, ha segnato la demarcazione tra la città distrutta e quella risparmiata.
Poi è stato il momento della deposizione dei fiori: il prefetto Rinaldo Argentieri, il sindaco Gian Luca Zattini, il vescovo Livio Corazza e Alessandra Bucchi, la presidente del comitato unitario ‘Vittime del fango’, hanno deposto un mazzo con le tinte del tricolore presso le sculture realizzate da Ido Erani, per poi chiedere un minuto di silenzio. Dunque è arrivato il momento delle parole: poche e misurate. Il primo a prendere il microfono è stato il vescovo Corazza: "Non è facile dire qualcosa oggi – inizia –. Penso alle parole pronunciate da Papa Leone XIV alla sua prima apparizione: ‘la pace sia con voi’. Eppure tanti di coloro che vivono nelle case che furono alluvionate, oggi non sono in pace. Questo momento serve a noi per non dimenticare, affinché chi soffre non debba più sentirsi solo e possa tornare a guardare al futuro con speranza". Un pensiero anche per le vittime del disastro: "Non dobbiamo dimenticare i morti: Vittorio Tozzi, Adriana Mazzoli e Franco Prati". Poi Corazza cita Papa Francesco: "Lo scorso anno, in occasione del primo anniversario, mi scrisse invitandoci a fare tesoro della gara di solidarietà che avevamo vissuto e poi parlò di ambiente: auspicava che fosse sempre viva l’attenzione verso il cambiamento climatico e la salvaguardia del Pianeta, nostra casa comune. Scrisse anche ‘guardate al futuro con speranza’ e oggi il mio invito è quello di non dimenticare chi ancora non riesce a farlo".
La parola è poi passata ad Alessandra Bucchi: "Questa è una giornata molto commovente per noi alluvionati che desideriamo non dover perdere mai più vite o pezzi di vita. La nostra serenità è stata gravemente minata e oggi siamo qui per chiedere un cambio di passo nel percorso di ricostruzione. Ci sentiamo molto uniti: sia a chi a subito l’alluvione che a chi, in quei giorni, ci è stato vicino".
In ultimo, il sindaco Zattini: "Ancora oggi è difficilissimo tornare con la memoria a quella notte maledetta, quando la città è stata travolta da qualcosa che sembrava destinata a toglierci ogni futuro. In questo momento voglio ringraziare i comitati di quartiere, preziosi nella loro vicinanza con le persone e nel dialogo con le istituzioni, e soprattutto voglio ricordare le vittime: vite che nessuno ci potrà mai restituire". Poi prosegue: "So che molti hanno perso la serenità e questa situazione deve finire. Ci sono alcune novità positive, sia da parte della struttura commissariale che dalla Regione e dal Governo e credo che si stia andando verso il superamento di alcune lungaggini burocratiche che non sono più accettabili".
Poi torna a parlare di chi, in quelle ore, non esitò ad affrontare il fango: "Nella tragedia, accanto al dolore abbiamo visto anche le migliori energie, energie che ci fanno sperare in un futuro e in una comunità che non si arrende".