Ospedali, classifica Newsweek: Forlì prima in Romagna. "Ma importa il valore della rete"

Ausl, il direttore generale: "Il nostro sistema è preminente in una regione nel complesso fra le tre migliori"

L’ospedale Morgagni Pierantoni di Forlì è al 49° posto: sale di 8 posizioni (Frasca)

L’ospedale Morgagni Pierantoni di Forlì è al 49° posto: sale di 8 posizioni (Frasca)

Forlì, 3 marzo 2023 – Orgoglio, frustrazioni, rivendicazioni. O totale negazione, come esprime il direttore generale dell’Ausl Romagna, Tiziano Carradori. Non è mai pacifica la classifica che la rivista statunitense Newsweek sforna ogni anno sulla qualità degli ospedali tra 2.200 strutture in 27 Paesi nel mondo. Peraltro l’Italia non ha mai di che sorridere e la Romagna ancora meno. Il primo italiano si colloca al 38° posto, ed è il Policlinico Universitario Gemelli di Roma, poi c’è il Niguarda di Milano al 60°. Aria di casa nostra al 65° dove è attestato il Sant’Orsola Malpighi di Bologna. E i nosocomi dell’area Ausl Romagna? Neppure una traccia tra i primi 150, per trovarli bisogna consultare la classifica esclusivamente italiana. Eccola: Morgagni Pierantoni di Forlì al 49° posto (sale di 8 postazioni rispetto al 2022), Infermi di Rimini al 65° (cala di 6), Bufalini di Cesena al 71° (scende di una posizione), e giù a precipizio Ravenna, Santa Maria delle Croci, al 95° (due gradini più in basso), a 32 scalini dall’ultimo, l’ospedale Bellaria di Bologna.

Dottor Carradori, è affidabile la metodologia di Newsweek per stilare la classifica?

"Chi come me si occupa di valutazioni delle performance è consapevole che si possono misurare in tanti modi e ognuno dà un risultato diverso. Non bisogna guardare il singolo ospedale poiché, ed è acclarato livello internazionale, ciò che fa grande un servizio sanitario non è la singola eccellenza variamente misurata e variabile più o meno di un punto, quanto l’eccellenza della rete".

Che significa eccellenza della rete?

"Faccio un esempio. In una ortopedia è fondamentale utilizzare tempestivamente i migliori ritrovati della protesica ma quando si ha una frattura, prendiamo il caso dell’anca, si è soprattutto interessati ad essere messi nella condizione di camminare prima possibile e di mantenere questa possibilità il più a lungo possibile, e questo dipende dall’intero ospedale".

Non sono attendibili, dunque, le postazioni di Newsweek attribuite agli ospedali romagnoli?

"Ho terminato da poco una valutazione comparativa, come tutte anche questa relativa, del sistema emiliano-romagnolo rapportato al resto del Paese sulla base dei risultati di diversi centri studi. La conclusione è univoca: il nostro sistema regionale è uno dei tre migliori d’Italia, se non il migliore. E aggiungo, il piano nazionale Esiti del 2022 posizione gli ospedali emiliano-romagnoli tra i primi nel nostro Paese e quelli romagnoli come preminenti in regione".

Eppure ai primi posti mondiali di Newsweek non figurano mai.

"Già… Ci sono quelli che operano negli Stati Uniti dove le persone hanno un’aspettativa di vita molto inferiore alla nostra e tra le più basse tra i Paesi occidentali. Dove operano ospedali, peraltro supertecnologici, che trattano solo quelli che possono pagare mentre la spesa sanitaria è cinque volte tanto. Ovviamente noi abbiamo sempre da migliorare, non perché siamo inferiori agli altri, ma perché la salute è un ideale sempre atteso e mai compiutamente raggiunto".

Questa classifica può influenzare la scelta di pazienti?

"No. L’Emilia-Romagna è la regione d’Italia che ha il più alto tasso di attrattività. E la Romagna è la realtà con il minore tasso di fuga. La nostra gente trova qui, per il 95 per cento, esattamente quello di cui ha bisogno. E’ la dimostrazione che la qualità percepita dei servizi è di alto livello. Ma noi continuiamo nella consapevolezza che c’è ancora da migliorare".

E la comparazione tra gli ospedali locali?

"Non serve a niente. Vale la rete".