
La nuova vasca permetterà di partorire in acqua nel reparto di Ginecologia
Un gesto d’amore nel giorno di San Valentino: una vasca per il parto in acqua è stata donata ieri al reparto di Ginecologia dell’ospedale ‘Morgagni-Pierantoni’ per accompagnare con dolcezza le mamme che partoriranno a Forlì, grazie al generoso contributo degli eredi di Luigia Cantoni e dell’associazione sportiva Robinson Ski Team. "La nostra donazione è stata fatta in memoria di Luigia – spiega la famiglia –, per testimoniare una vita dedicata a diffondere amore e solidarietà, in particolare verso i bambini di tutto il mondo". L’unità operativa, diretta da Luca Savelli, permetteva già di affrontare il travaglio in acqua, ma non il parto. "Due anni fa – racconta Simona Buda, titolare della catena Robinson Pet – ho avuto l’onore di organizzare una cena di raccolta fondi per il reparto e sapere che il ricavato ha contribuito all’acquisto della vasca mi rende orgogliosa. Mi auguro che questo presidio rappresenti un passo avanti verso una maternità più serena e attenta ai bisogni delle donne".
I benefici di questa pratica sono numerosi, sia per la madre che per il neonato: l’immersione in acqua calda rilassa i muscoli della gravida, aumenta la produzione di endorfine, alleviando il dolore delle contrazioni. L’acqua sostiene il peso del corpo, facilitando così i movimenti e rendendo il bacino più mobile. Inoltre, aiuta a regolarizzare la pressione, la respirazione, ammorbidisce i tessuti e favorisce una maggiore irrorazione sanguigna dei genitali, riducendo il rischio di lacerazioni della zona vagino-perineale. Inoltre rende meno traumatico l’impatto del bambino con l’ambiente. Alle mamme che sceglieranno questa opzione sarà consegnato un questionario per valutare la loro esperienza.
"L’arrivo della vasca è la realizzazione di un sogno – afferma Savelli –. Da oggi, l’assistenza alle gravide si arricchisce di questa importante novità, che permette alle donne di scegliere di partorire in acqua, supportate da personale medico e ostetrico formato, in totale sicurezza". Numerose persone hanno contribuito al successo di questo progetto: "Grazie all’impegno del personale del reparto, che ha spontaneamente raccolto fondi, e alle donazioni di cittadini e aziende locali, è stato possibile realizzare questa impresa, che ha richiesto quasi quattro anni". Per partorire in acqua è necessario che la gravidanza sia fisiologica e a termine. "Questa opzione non è sempre praticabile – aggiunge il direttore –: in caso di parto podalico, prematuro o gemellare non è possibile, ma l’uso dell’acqua calda può essere previsto durante i momenti di preparazione, quando i dolori non sono ancora quelli del ‘travaglio’".
v. p.