
Rocca San Casciano è il comune più colpito dal terremoto nella valle del Montone. Sono 18, infatti, le famiglie evacuate da tre palazzine di case popolari in via Licinio Cappelli, all’ultima periferia verso Portico, per un totale di una trentina di persone.
Registrato anche il crollo in un bastione del Castellaccio, bene culturale simbolo del paese, in restauro da anni.
"Una parte dei rocchigiani evacuati – spiega il sindaco Pier Luigi Lotti – ha trovato accoglienza da parenti in paese; altri in appartamenti comunali, fra cui quelli del progetto ‘Cambia Vita’, attualmente vuoti; un nucleo di cinque persone presso la casa d’accoglienza delle suore della Sacra Famiglia".
Racconta il 28enne Aurelio Palmiero, uno degli evacuati, impiegato in un ufficio di Forlì e pendolare da Rocca: "Mi sono svegliato per il gran botto delle 5.10, afferrando istintivamente la mia compagna fra le braccia e ci siamo rifugiati sotto lo stipite della porta d’ingresso della camera, mentre sentivamo crollare calcinacci in testa e lo scricchiolio dei muri. Poi abbiamo cercato di uscire, ma pezzi della scala erano crollati. Una volta fuori, abbiamo chiamato gli altri condomini, in particolare un signore di 84 anni che abita nello stesso piano e una signora di 94, al piano superiore. Per fortuna stavano bene ma erano in preda alla paura".
Il vicino di casa Ezio Bosi, pensionato dell’Atr, che abita in una palazzina accanto a quelle evacuate, aggiunge: "Anche la nostra palazzina tremava come fossimo in barca, mentre fuggivamo tutti in strada per farci coraggio l’un l’altro. Poco dopo sono arrivati dei vigili del fuoco, che abitano qui vicino, e anche i carabinieri, allertati da qualche famiglia delle palazzine più lesionate". Un 40enne si tiene la testa fra le mani, disperato: "Avevo comprato qui l’appartamento 6 mesi fa per la famiglia e lo stavo sistemando".
Verso le 9 del mattino le famiglie evacuate partono con poca roba per andare a cercare una sistemazione provvisoria. "Ma quanto sarà provvisoria questa lontananza?", grida una signora al sindaco, ai carabinieri e ai vigili del fuoco. Il primo cittadino, commosso, guarda la concittadina e risponde: "Per ora non lo sappiamo. Ma speriamo che possiate tornare presto".
Dal centro del paese arrivano persone a cercare di capire l’entità dei danni alle case popolari. Tutti infatti hanno qui un parente, un amico, un conoscente. Più tardi sindaco e collaboratori si trovano in municipio per allertare il Coc (Centro operativo comunale) e per fare il punto della situazione: "Poco fa abbiamo visto anche innalzarsi un polverone sotto il Castellaccio: è crollato una parte di un bastione storico di ciò che resta del castello medievale in ristrutturazione". A tutti è balenato alla mente il terremoto del 1661, "quando – secondo le cronache locali – il mastio del castello fu visto ballare in aria e sbriciolarsi a terra", con una conseguente scia di morti a Rocca (oltre 40), nei paesi vicini e in tutto l’Appennino tosco romagnolo. "Per fortuna questa volta – commentano dalle finestre alcune signore che raccontano storie di passati terremoti – non piangiamo dei morti".