Per Giove, che missione La sonda è partita Ora il Campus mapperà l’atmosfera delle lune

Nuova collaborazione tra l’Esa, l’agenzia spaziale europea, e la facoltà di Ingegneria con sede a Forlì: il progetto ‘Juice’ ha l’obiettivo di cercare acqua nel Sistema Solare.

di Maddalena de Franchis

È l’inizio di un viaggio ambizioso alla scoperta dei segreti dei mondi oceanici che orbitano attorno a Giove, il pianeta più grande del sistema solare. Lanciata venerdì dalla base europea di Kourou, in Guyana francese, la missione dell’Esa (Agenzia spaziale europea) si chiama Juice, parola che in inglese significa ‘succo’ ma qui è l’acronimo di ‘Jupiter icy moons explorer’. Letteralmente: ‘esploratore delle lune ghiacciate di Giove’. Il volo durerà 8 anni e porterà la sonda in direzione di Giove e delle sue lune Io, Europa, Ganimede e Callisto. Sotto la superficie ghiacciata, infatti, tre delle quattro lune (Europa, Ganimede e Callisto) nascondono oceani di acqua in forma liquida che potrebbero ospitare forme primordiali di vita. Nella missione l’Italia ha un ruolo di primo piano: tra gli Atenei e centri di ricerca che stanno fornendo il proprio contributo c’è anche l’Alma Mater con il Tecnopolo di Forlì.

Paolo Tortora, docente di Sistemi Spaziali al Campus e direttore del Centro Interdipartimentale di ricerca Aerospace è coinvolto nella missione come Co-I (co-investigatore scientifico) responsabile degli esperimenti di radioscienza finalizzati a determinare i campi gravitazionali e le orbite traiettorie seguite dalle lune galileiane. "Come ha dichiarato il direttore generale dell’Esa Josef Aschbacher, il sogno di questa missione viene da lontano: abbiamo cominciato a lavorare al progetto nel 2008, il lancio sarebbe dovuto avvenire nel 2020", racconta il professore. "Inizialmente si chiamava ‘Laplace’, come il fisico francese che per primo studiò in modo approfondito il moto dei satelliti di Giove, formulando la teoria della cosiddetta ‘risonanza orbitale’ fra Io, Europa e Ganimede. Fino al 2012 era coinvolta anche la Nasa, che poi ha abbandonato il progetto per problemi di budget. Nel 2013 abbiamo dunque riconfigurato la missione: la denominazione ‘Juice’, che ricorda più un succo che un lancio nello spazio, è nato dopo una lunga notte trascorsa in un pub in Olanda assieme agli altri membri del team di definizione della missione ricercatori, tra birra e risate. Il giorno dopo, nessuno di noi ricordava chi avesse coniato quel nome".

Tornando ai misteri delle lune orbitanti di Giove – descritte per la prima volta da Galileo nel suo ‘Sidereus nuncius’ del 1610 – il gruppo di ricerca guidato dal professor Tortora lavorerà, proprio dal Tecnopolo di Forlì, sui dati raccolti dalla sonda spaziale: nelle prossime due settimane, infatti, Juice dispiegherà antenne e bracci, sui quali sono posizionati gli strumenti in grado di studiare l’ambiente di Giove e il sottosuolo delle lune ghiacciate. "Con l’esperimento di radio scienza mapperemo, in particolare, il campo gravitazionale magnetico e le proprietà atmosferiche della luna Ganimede, nonché quelle dell’atmosfera di Giove. A inizio 2024, la Nasa prevede di lanciare la missione Europa-Clipper: anche in quel caso saremo coinvolti per la mappatura del campo di gravità del satellite Europa".

Il patrimonio scientifico che le due missioni saranno in grado di restituire, nel lungo periodo, cambierà il nostro modo di concepire il sistema solare e, forse, potrebbe dare anche una prima risposta a una delle domande che l’umanità si pone da secoli: esistono altri luoghi potenzialmente abitabili oltre alla Terra?