
di Sofia Nardi
Ancora riflettori puntati sulla collezione Verzocchi, questa volta non relativamente all’omonimo premio e alla nomina a direttore artistico di Camillo Langone, bensì allo spostamento della quadreria da palazzo Romagnoli a palazzo Albertini, in piazza Saffi. L’idea dell’amministrazione, infatti, è quella di spostare una parta della biblioteca a palazzo Romagnoli e la collezione Verzocchi in piazza Saffi. Tra i primi firmatari della petizione per fermare il trasferimento ci sono venti persone: docenti, operatori culturali, artisti e storici dell’arte. Tra le ragioni: "Lo spostamento non è sorretto da un adeguato progetto culturale e costituirebbe un ulteriore ostacolo all’accesso al patrimonio artistico della città, come lascia presupporre il silenzio sulla futura collocazione delle opere di Morandi, delle sculture di Wildt", ma anche "la violazione dell’obbligo di destinazione imposto dall’accettazione della donazione del 1961, in quanto priverebbe la collezione della richiesta connessione con la pinacoteca". A firmare c’è anche l’ex sindaco Roberto Balzani.
Balzani, fu lei a inaugurare la collezione Verzocchi a palazzo Romagnoli: è questo che la spinge a difenderla?
"Penso che palazzo Romagnoli sia già un luogo di valorizzazione delle collezioni comunali dove vengono rispettati precisi criteri nazionali. L’amministrazione stessa lo ha riconosciuto, facendo richiesta per il suo riconoscimento nel sistema museale nazionale. La scelta di spostare la collezione Verzocchi, ora, sembra che vada invece in una direzione diversa".
A quel punto potrebbe essere palazzo Albertini a venire inserito nel sistema museale nazionale.
"Però si dimentica un fatto importante: a palazzo Albertini erano già contenute delle collezioni che attualmente non sono valorizzate. Il palazzo, infatti, chiuse i battenti a causa di una crepa che si formò sul muro durante i lavori per la realizzazione di Eataly e non è mai stato riaperto".
Pensa che l’amministrazione dovrebbe puntare su quella collezione?
"Se lo facesse la città avrebbe un arricchimento: palazzo Romagnoli e, in più, palazzo Albertini. Se, invece, si sposta la collezione, ci si limita a un trasferimento infruttuoso, che non arricchisce Forlì".
Nella petizione che ha firmato si fa cenno anche alla volontà dello stesso Verzocchi, che aveva chiesto che la sua collezione fosse esposta in una realtà collegata alla pinacoteca. Condivide la perplessità?
"Nel caso in cui la collezione venisse spostata, anche lo stesso palazzo Albertini diventerebbe una branca della pinacoteca. Sono più preoccupato di altri aspetti della questione".
Attualmente palazzo Romagnoli non riesce a catalizzare numeri importanti di visitatori. Non crede che lo spostamento in una sede centrale potrebbe incentivare gli accessi?
"Forlì non è una grande città: le distanze sono tutte minime e palazzo Romagnoli è a pochi passi dai musei san Domenico. So bene anche per esperienza professionale diretta che portare gente nei musei non è un’operazione né semplice, né veloce e richiede notevoli sforzi comunicativi ed economici".
Lei infatti oggi dirige il sistema museale dell’università di Bologna ed è stato presidente dell’Ibc, ovvero l’istituto dei beni culturali dell’Emilia-Romagna. Cosa proporrebbe?
"Per rendere una collezione attrattiva ci vogliono proposte ed eventi, ed è su questi aspetti che si dovrebbe lavorare".