
Esperimento per l’estate: su alcuni mezzi ci sarà personale formato, ma non sanitari dell’Ausl. Coro di proteste: FdI, Lega e i sindacati.
Dal 1° giugno un’ambulanza su tre operative contemporaneamente nel Forlivese non avrà l’infermiere a bordo. È questo il progetto-pilota, dunque ancora sperimentale, che riguarderà anche Cesena, Ravenna e Rimini, messo a punto dall’Ausl Romagna per riuscire a garantire il potenziamento estivo dei servizi, nonostante la difficoltà a reperire personale sanitario sul mercato del lavoro.
I dati evidenziano che la maggior parte degli interventi di soccorso riguarda pazienti classificati come ‘codici verdi’, quindi non gravi. Anche per questo la sperimentazione prevede l’impiego di mezzi definiti ‘di base’, ovvero ambulanze con a bordo volontari soccorritori (in possesso di specifica formazione e accreditamento regionale), ma privi di personale sanitario. Questo tipo di servizio è solitamente svolto da associazioni ed enti del settore privato convenzionato.
La questione è stata sollevata dal consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Luca Pestelli, che ha presentato un’interrogazione alla Giunta per conoscere i dettagli del progetto e le sue possibili ricadute sociali: "Le difficoltà nel reperire infermieri sono note e l’Ausl Romagna dovrebbe valorizzare il proprio personale infermieristico, anziché costringerli a carichi di lavoro insostenibili e tagliare servizi essenziali. Non è chiaro – continua – perché nel periodo estivo le esigenze dovrebbero diminuire, e resta da capire perché questo piano sia stato impostato senza alcun confronto con i territori. La trasparenza non è mai un optional, soprattutto quando si parla di servizi fondamentali".
Sulla stessa linea anche Jacopo Morrone, deputato e segretario della Lega Romagna: "Oltre al grave deficit di bilancio di 37 milioni di euro e all’aumento dei ticket sui farmaci, arriva una batosta con nuovi tagli. Si lamenta la mancata disponibilità di infermieri specializzati e un numero di casi non gravi che possono essere sopperiti dai soccorritori. La realtà, però, è che il bacino di utenza è molto esteso e critico, in particolare nell’area montana e nella riviera in estate".
Anche il fronte sindacale contesta il progetto. "La direzione dell’Ausl – scrivono in una nota le Uil della Romagna – compie un passo netto verso una privatizzazione di pezzi della sanità pubblica. Questo nuovo assetto viene definito come provvisorio, la classica metodologia con la quale l’Azienda supporta riorganizzazioni peggiorative con la scusa della temporaneità per poi renderle definitive". E aggiungono: "Non intendiamo accettare questa deriva privatistica. Alla prossima riunione della Conferenza territoriale sociale e sanitaria chiederemo chiarimenti e ci opporremo a questa decisione".
La Cgil di Forlì-Cesena spiega le possibili criticità: "Gli autisti si troverebbero ad affrontare responsabilità che esulano dal loro inquadramento contrattuale e professionale, esponendoli a rischi che non possono essere sottovalutati". Il sindacato, che nei giorni scorsi ha formalmente richiesto un incontro con l’Ausl Romagna, riferisce che la risposta è stata negativa: "Ci è stato risposto che la decisione di procedere era unilaterale e senza alcun dibattito – continua la nota –. È una grave mancanza di rispetto verso i lavoratori". Per questo la Cgil chiede "l’immediata sospensione" del progetto e l’apertura di "un tavolo di confronto con le parti coinvolte".