
A quanto pare, la Regione potrebbe entrare con proprie quote. Sono andati avanti, però, gli incontri con un fondo d’investimento.
Negli ambienti della politica dicono che ci sarebbe già la data, tra un paio di settimane (e comunque entro il mese promesso): presto il nuovo governatore Michele de Pascale incontrerà i gestori dei quattro aeroporti emiliano-romagnoli e i sindaci delle rispettive città. L’ipotesi ("non lo escludo", ha detto al Carlino) che la Regione possa entrare nelle compagini societarie, tra cui quella di F.A., è piaciuta al mondo economico (Cgil, Uil, Confcommercio), meno al centrodestra, pur con sfumature diverse tra il consigliere regionale Luca Pestelli e quello comunale Massimiliano Pompignoli, entrambi di Fratelli d’Italia. Da una parte, c’è con de Pascale un’attenzione inedita all’aeroporto. Dall’altra, ha anche evidenziato chiaramente le difficoltà: "Non è perseguibile l’idea di restare aperti in perdita". E per soddisfare questo requisito non è certo sufficiente la mera partecipazione pubblica.
De Pascale ha citato due regioni che gestiscono scali: Puglia e Calabria. Va detto che sono modelli diversi. Da Bari a Brindisi, l’ente detiene pressoché la totalità delle quote; da Crotone a Reggio Calabria, la partecipazione è invece inferiore al 10%. Il modello-Puglia pare difficile da calare sulla realtà locale. Per il resto, il vicepresidente di F.A. Ettore Sansavini (numero uno del Gruppo Villa Maria e delle Terme di Castrocaro) ha manifestato mesi fa, proprio sul Carlino, un’apertura a nuovi partner. Oppure un riassetto complessivo della Regione. C’è però un altro fattore di cui tener conto, ovvero l’interesse di un fondo di investimento (l’identikit: italiano, con esperienze pregresse nei trasporti). Che non è sfumato, anzi: gli incontri sono andati avanti.
In sostanza: nel momento in cui si decide il futuro del Ridolfi ci sono due sirene per F.A., una passa da un radicale cambio di maggioranza, l’altra da un allargamento a un partner pubblico. Anche per queste incertezze, non è mai stato comunicato il sostituto del manager Andrea Gilardi, uscito già a settembre, con un possibile successore sfumato in extremis. I due scenari possono convivere? Nulla vieta che sia il nuovo corso di F.A. ad aprirsi alla proposta di de Pascale. Liquidità fresca, ma anche accordi sul da farsi nell’auspicio di un rilancio. Ma nessuno, al momento, conosce esattamente i piani degli investitori. Tutto è top secret: compresa l’identità, nota solo ai vertici attuali e ai vari intermediari, come succede in ogni trattativa. Lo stesso de Pascale deve ancora svelare i dettagli del suo piano.
La situazione resta particolare: con la Regione parleranno i vertici attuali, che a breve saranno chiamati a decidere sul da farsi. Sarebbe auspicabile se Forlì arrivasse al tavolo con Bologna, Rimini e Parma con un quadro chiaro. Febbraio sarà rovente.