MAURIZIO BURNACCI
Cronaca

Rudy il sopravvissuto. Dodici ore nell’acqua insorta: "Sono rinato. Vivo di incubi"

Istruttore professionista di cani da concorso, Rudy Lombardi passò la notte tra il 16 e il 17 maggio 2023 a combattere contro la furia del Ronco. "Sento ancora elicotteri e latrati...".

Istruttore professionista di cani da concorso, Rudy Lombardi passò la notte tra il 16 e il 17 maggio 2023 a combattere contro la furia del Ronco. "Sento ancora elicotteri e latrati...".

Istruttore professionista di cani da concorso, Rudy Lombardi passò la notte tra il 16 e il 17 maggio 2023 a combattere contro la furia del Ronco. "Sento ancora elicotteri e latrati...".

Contare il tempo farebbe diventare tutta sta storia di ottenebrata memoria una dichiarazione dei redditi e qui invece siamo davanti a dichiarazione d’amore. Per chi? Per la vita. Ovvio. Ma anche per gli elicotteri. Che sono incubi. Ma Rudy ci deve convivere con gli incubi. E quindi alla fine in qualche modo è costretto, torbidamente, rudemente, ad amarli.

"Io abito vicino all’aeroporto e spesso li sento gli elicotteri… Un incubo… Quelle pale al vento mi si sono conficcate nella testa e non me ne libero più… Ma ci devo convivere".

L’altro incubo lo ama e basta. La voce dei cani. Che non è una voce. È l’ultima voce. "Quando ero lì di notte torturato dall’acqua tutta scura e specchiata come un mostro, quella del fiume esondato e quella pioggia dal cielo, ho sentito un latrato, era un cane del mio canile, che stava morendo, annegato, dopo aver nuotato per ore… Anche quel grido ce l’ho piantato nel cervello…".

(Rudy Lombardi, 69 anni, addestratore professionista di cani da concorso, tra il 16 e il 17 maggio 2023 rimase in acqua tutta la notte dopo essere stato inghiottito dallo tsunami del Ronco esploso per la furente tempesta che da ore martoriava la città. Si salvò restando aggrappato prima a un tronco, poi a una botte di plastica. Con l’istinto primordiale vinse la battaglia da naufrago. Ma l’acqua insorta segnò la sua sorte).

Lombardi, come sono passati questi 730 giorni?

"Un incubo. Non mi libererò mai di quelle dodici ore passate in quell’inferno. Ammollo nel fiume. E col diluvio dal cielo. Mi sembrava d’essere finito in un film di guerra. Quella del Vietnam. Ma era vero. Tutto vero".

Si chiede mai ‘com’è che ce l’ho fatta’?

"Sì ma una risposta non ce l’ho. Potrei dire che sono un miracolato. Ma non lo so. Il fatto è che quella sera sentivo qualcosa che mi azzannava il cuore, forse il destino. Chissà. La pioggia non smetteva. Così andai al canile, in via della Croce, da Galliano. Subito dopo aver liberato i cani, ne avevo dodici, perché speravo che si salvassero, un’onda mi trascinò via. E a quel punto è scesa dentro di me una voce che diceva: ‘Datti fare amico perché la morte è lì che t’aspetta. Se non vuoi che ti prenda, datti da fare…’. Così mi sono risposto: ‘Ok, adesso o decido di morire o decido di vivere’. Sì, proprio come in un film americano’".

Anche per la presenza di quell’elicottero…

"Sì. Si avvicinò a me, ma l’equipaggio non mi vide. Andò poi a prelevare una persona che era rimasta intrappolata in casa. Così i soccorritori, che mi avevano cercato nel furgone, dissero ai miei amici e alla mia compagna, che con tutta probabilità ero morto travolto dall’ondata".

Lei è un sopravvissuto. Poi è tornata la vita: com’è proseguita?

"Dura. Durissima. Tutto era perduto. Il lavoro distrutto. Il canile era stato divorato dalla fiumana. Fiumana un corno: era un oceano impazzito che ti sballottava da tutte le parti… Comunque… Ho cercato di rialzarmi. Dei dodici cani solo due erano sopravvissuti. Sei li ho trovati morti. Quattro non li ho mai ritrovati. Uno, Quechua, che oggi ha 6 anni, l’ho trovato aggrappato a un pallet. Era esausto. L’altro, Hiro, oggi 5 anni, era sul rivale di una delle fasce di decantazione dell’ex Sfir. Era sfinito. Ora sono tutti e due con me: sto tenendo dei corsi di addestramento in giro per l’Italia. Piano piano sto tornando alla vita…".

Ha ricostruito il canile?

"Sì, adesso ho il posto per dieci cani. Ma non sarà mai bello come quello di prima. Comunque ho ripreso a lavorare e sono tornato ad avere dignità".

Ha avuto risarcimenti?

"No. Ho compilato il modulo del sistema Sfinge. Ma ancora non ho avuto nulla".

L’ha aiutata qualcuno o ha fatto tutto da solo, in termini finanziari e d’impegno?

"In tanti mi hanno aiutato. Tanti amici. Li ringrazio tutti e li ringrazierò per sempre. Da solo non ce l’avrei fatta".

Maurizio Burnacci