Salvati da esercito e Cri Evacuazione coi gommoni

Un metro e mezzo d’acqua in via Pelacano. In strada anche i volontari

Salvati da esercito e Cri  Evacuazione coi gommoni

Salvati da esercito e Cri Evacuazione coi gommoni

di Ettore Morini

È quasi surreale, ma è drammaticamente così: in pochi metri dalla normalità all’incubo. Questa l’istantanea di via Pelacano il giorno dopo l’esondazione del Montone che ha travolto l’area, facendola diventare essa stessa un fiume in piena, alle porte dal centro storico. Il limite è all’incrocio con via Piave: di lì in poi, dalla sede della Cna in avanti, l’acqua ha bloccato molti cittadini nelle proprie case. Decine e decine le abitazioni a mollo senza luce, gas e telefono dalla sera prima, con gravi danni a piano terra (l’acqua ha superato il metro e mezzo), in garage e cantine e con le auto sommerse.

Passata la nottata, per recuperare famiglie con bambini e anziani è dovuto intervenire l’esercito con due gommoni, a cui se n’è aggiunto uno della Croce Rossa (Cri), portato da volontari liguri arrivati da Diano Marina. E così un po’ alla volta vengono portate fuori dalla vasta zona allagata decine e decine di persone. C’è chi come Luca Caldi aveva fatto scattare l’allarme postando subito foto sui social di quanto stava accadendo; finalmente alle 10.30 può uscire dall’allagamento, con moglie, figli e il gatto: "Si è rovinato tutto di sotto, ma noi almeno ci siamo potuti riparare al secondo piano".

Le operazioni sono lunghe e c’è chi si attrezza in proprio: una ragazza rumena, rimasta fuori di casa senza più riuscire a contattare genitori, fratelli e nipoti, ha chiesto aiuto ai cugini: e questi, recuperato un materassino da mare, si inoltrano nell’acqua fino a raggiungere i parenti in fondo alla strada.

Ci sono fra l’altro alcuni volontari che sono corsi a dare spontamente una mano. E’ il caso di Margherita e Matteo dell’azienda agricola ‘L’orto di Enrico’ sulla via Cervese: sono arrivati con stivali e tute impermeabili da prestare e loro stessi vanno anche in aiuto. E poi ci sono, fra gli altri, tre ragazzi appassionati di pesca, dell’associazione Passion Carp, che in mezzo all’acqua alta sono ben abituati a starci e quindi, attrezzatissimi, vanno su è giù per la strada. Così, fra gesti di solidarietà di chi soccorre e sollievo di chi viene soccorso, per un attimo quasi passa lo sconcerto per quanto accaduto.