REDAZIONE FORLÌ

Sanità nel mirino. Accuse dal centrodestra:: "Tagli e conti in rosso"

Con l’avvicinarsi delle elezioni del 17 e 18 novembre, sono diversi i candidati a puntare il dito su varie carenze. La replica: "Solo rimpalli a spese dei cittadini".

Sanità nel mirino. Accuse dal centrodestra:: "Tagli e conti in rosso"

Con l’avvicinarsi delle elezioni del 17 e 18 novembre, sono diversi i candidati a puntare il dito su varie carenze. La replica: "Solo rimpalli a spese dei cittadini".

Il dibattito politico in vista delle imminenti elezioni regionali, il 17 e 18 novembre, si accende sul tema caldo della sanità, con vari esponenti di centrodestra che si scagliano contro la Regione denunciando carenze e inadempienze in diversi ambiti legati alla gestione della salute in città.

Ad aprire il fuoco di fila è Luca Pestelli, candidato di Fratelli d’Italia, che denuncia la chiusura, sin dal 2020, della terapia occupazionale a Forlì così come il mancato adeguamento dei fondi destinati alle cooperative accreditate che lavorano nel servizio della salute mentale. La non riapertura della terapia occupazionale è la spia, secondo Pestelli, "della concezione che la sinistra in Regione ha del percorso di cura, in cui il paziente è solo un numero. La terapia occupazionale, infatti, fa parte del processo riabilitativo post ricovero ma, siccome non permette di migliorare le statistiche dei casi gestiti e dei pazienti curati, evidentemente è considerata inutile".

Le cooperative hanno rinnovato, nei mesi scorsi, il contratto ai propri dipendenti, riconoscendo aumenti di stipendio. "Un gesto meritorio – commenta il candidato di FdI –, ma che crea aggravi di costo notevoli alle aziende. La Regione, a parole, si era impegnata a riconoscere almeno una parte degli aumenti, ma dopo molti mesi di attesa non un euro in più è arrivato".

E’ preoccupato dei conti dell’Ausl Romagna, invece, il candidato della lista ‘Civica Elena Ugolini’, Francesco Casadei Gardini che denuncia: "Il debito dell’Ausl Romagna supera gli 800 milioni, la nostra sanità rischia il default". Andando poi ad analizzare gli ultimi tre anni di rendiconti, emergerebbe come anche la corte dei conti sia "preoccupata per le anomalie riscontrate".

La candidata di Forza Italia, Maddalena Mazzoli, interviene contro la decisione di collocare nelle vicinanze del Punti di Primo Intervento i Centri di Assistenza Urgente. "Entrambi operano in contesti non emergenziali – ricorda Mazzoli –, il che porta a una sovrapposizione di competenze che potrebbe mettere a rischio la continuità dei servizi offerti. La storia ha dimostrato quanto sia cruciale mantenere attivi i Punti di Primo Intervento".

Conti che non tornano, ma che non torneranno mai secondo la candidata del Partito Democratico, Valentina Ancarani, che punta il dito contro i fondi stanziati, o meglio, non stanziati da parte del Governo. "Sulla salute, da giorni, stiamo assistendo ad un goffo balletto di numeri da parte del Governo – afferma Ancarani –. Un atteggiamento preoccupante perché quando si parla di sanità, il gioco dei rimpalli e del non detto è fatto sulla pelle dei cittadini, come evidenziato dallo sciopero dei medici, dirigenti sanitari, infermieri e professioni sanitarie previsto per il 20 novembre, a cui da ultimo si sono aggiunti anche quelli di medicina generale".

Il punto di "non ritorno" è la spesa sanitaria in rapporto al Pil che sfiora "il minimo storico" del 6%. "Il governo anziché investire concretamente nel presente – conclude Ancarani –, ha deciso di lasciare ancora una volta cittadini e professionisti della sanità ad affrontare una situazione sempre più critica. Senza finanziamenti adeguati, settori cruciali come la medicina territoriale e la formazione del personale sanitario, resteranno al palo".

Matteo Bondi