
La didattica è parte integrante dell’iniziativa, per sensibilizzare le generazioni future
È partita a Santa Sofia, alla aziena agricola Nocina, la seconda edizione del progetto ‘RigeneraBoschi in Emilia Romagna: cura delle foreste e attività ambientali’ promosso da Sorgenia, uno dei principali operatori energetici italiani sorto nel 1999, alla presenza di 84 studenti delle scuole primarie di Fratta Terme (Bertinoro) e di Sant’Arcangelo di Romagna. "È stata l’occasione – precisano gli organizzatori – per illustrare il progetto ad un anno dall’applicazione dei sensori per il monitoraggio dello stato di salute del bosco di Forlì-Bertinoro e l’importanza della biodiversità e della cura delle foreste". Erano presenti il vicesindaco del Comune di Santa Sofia Matteo Zanchini e Andrea Ghirelli, agrotecnico dell’Unione Comuni Romagna Forlivese che ha spiegato le caratteristiche uniche del bosco di Forlì - Bertinoro di proprietà dell’Istituto Diocesano Sostentamento del Clero (Idcs). Tutta l’attività è stata realizzata in collaborazione con l’Associazione Nazionale Guardie Ambientali Volontarie Custodi del Creato e la cooperativa E.r.i.c.a.
"RigeneraBoschi ha tra i propri obiettivi quello di accrescere la consapevolezza sul ruolo delle foreste, importanti alleate nel mitigare gli effetti del cambiamento climatico. Lo fa coinvolgendo cittadini, studenti, istituzioni nei diversi territori – ha aggiunto Alberto Bigi, Chief Innovation & Development Officer di Sorgenia - in cui è realizzato il progetto scientifico con il monitoraggio delle aree boschive. In questo percorso, la didattica costituisce senza dubbio una parte decisiva dell’iniziativa, perché ci consente di parlare alle generazioni future. Per questo la nostra ambizione è di estendere quanto più possibile le attività di educazione ambientale, facendo aumentare sempre più il numero di studenti coinvolti".
Alla parte educativa, il progetto affianca uno studio scientifico coordinato dal professor Giorgio Vacchiano, docente di Gestione e Pianificazione Forestale presso l’Università degli Studi di Milano. In cinque boschi, individuati insieme a Pefc Italia, sono stati collocati dei tree talkers, sensori basati su tecnologia IoT che forniscono dati in tempo reale sullo stato di salute delle piante, la loro fisiologia, l’intensità della fotosintesi, la rapidità della loro crescita e il modo in cui reagiscono a eventi climatici intensi. All’interno di questi boschi i sensori sono stati installati in due zone distinte: una in cui la foresta cresce spontaneamente, l’altra in cui si effettua una gestione sostenibile, attraverso un’attenta pianificazione di interventi calibrati rispetto alla tipologia di bosco e ai benefici ambientali e sociali che può fornire. "L’obiettivo è analizzare la differenza – concludono gli organizzatori – che intercorre tra i due approcci, individuando quali azioni rendono le foreste più resistenti e resilienti".