scuola media Caterina Sforza

Grazie a un progetto di educazione civica, i ragazzi hanno incontrato dei missionari che portano aiuti in Bangladesh

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Una raccolta fondi per finanziare materiale scolastico per bambini di una scuola dell’infanzia del Bangladesh, frutto inaspettato di un progetto di educazione civica che è andato oltre i banchi di scuola e si è tradotto in gesti concreti. L’iniziativa è infatti nata, dopo gli incontri con i missionari Fiorenzo e Alberto del ’Comitato di gemellaggio e cooperazione tra i popoli’, all’interno del progetto di educazione alla legalità ’Diritti oltre oceano’, promosso da vari enti del territorio (Caritas e Diocesi di Forlì), a cui la nostra scuola Caterina Sforza e la nostra classe 3ªB hanno aderito nell’ambito delle ore di educazione civica.

I missionari, portando la loro esperienza, si sono concentrati soprattutto sul tema del diritto all’istruzione negato in molti Paesi, un argomento che più volte abbiamo affrontato in classe con letture e film. Fiorenzo e Alberto fanno parte di un’associazione che opera in Bangladesh, uno dei paesi più popolati, ma più poveri al mondo. Durante gli incontri abbiamo visto dei filmati che mostravano i progetti che il Comitato realizza in quell’area dell’Asia meridionale dove i volontari trascorrono diversi mesi all’anno a contatto con la popolazione. Al centro dell’attività dell’associazione c’è l’istruzione: dare la possibilità di studiare ai bambini per offrire loro un futuro. I volontari si occupano anche di fornire un supporto medico-sanitario, un aiuto alle famiglie e l’intervento straordinario durante le calamità. I bambini vengono poi aiutati attraverso le adozioni a distanza che li accompagnano dall’asilo fino all’università. Attualmente il comitato gestisce circa 350 adozioni e mantiene una ventina di feeder school, ovvero scuole di villaggio dedicate all’istruzione degli studenti che abitano troppo lontano dai grandi centri abitati. Proprio guardando i video e ascoltando il racconto dei missionari, nella nostra classe è nato il desiderio di realizzare qualcosa di concreto per aiutare quei bambini come noi, ma soltanto più sfortunati.

Così, prima di Natale e dell’imminente partenza verso il Bangladesh dei missionari, abbiamo raccolto dei fondi anche con l’adesione delle classi 3ªC e 3ªE, per regalare ai ragazzi seguiti dall’associazione divise per la scuola, zaini, altro materiale scolastico e ciotole di riso e li abbiamo consegnati con un biglietto e le nostre firme, come segno della nostra vicinanza. Nel mese di gennaio, Fiorenzo e Alberto sono tornati nella nostra classe per raccontarci il loro viaggio in Bangladesh: ci hanno mostrato un video in cui veniva consegnato ai bambini il materiale raccolto e nei loro occhi abbiamo visto sorrisi, gioia e gratitudine. Abbiamo avuto l’opportunità di parlare nuovamente con i volontari. "Siamo animati da un forte senso di giustizia sociale – hanno detto– e dalla volontà di restituire un po’ di quello che è stato ‘rubato’ ad alcuni paesi nel corso del tempo". "L’aspetto più gratificante del volontariato – hanno aggiunto – è il contatto con i bambini e la loro accoglienza nei nostri confronti, che non è condizionata dai nostri servizi, ma spontanea. A volte però ci sentiamo impotenti di fronte a certe situazioni in cui non possiamo essere d’aiuto. Durante il nostro primo viaggio in Bangladesh, l’impatto è stato tremendo per la miseria e la povertà della popolazione che abbiamo incontrato. Per questo da allora abbiamo cominciato a organizzare progetti con i fondi ricavati da offerte, mercatini, lotterie e cene nella provincia di Forlì dove abitiamo". "Se dovessimo scegliere una parola per raccontare la nostra esperienza – concludono i due volontari intervistati – diciamo ‘sorriso’ perché i bambini sorridono sempre in modo autentico, nonostante tutto".

Questi incontri sono stati per noi studenti l’occasione per conoscere da vicino, non solo studiando sui libri, una realtà diversa dove i diritti all’istruzione e all’alimentazione, per noi scontati, sono negati. Attraverso un gesto concreto di solidarietà e di amicizia è stato gettato un ponte tra le nostre classi e quei bambini bangladesi.

classe 3ªB