Era tutto pronto per la partenza. La Corte d’Appello aveva rigettato la ricusazione del giudice avanzata bell’udienza scorsa (21 settembre) dalla difesa dell’imputato, Daniele Severi, 64 anni meldolese, autista d’ambulanze in pensione, a processo in Corte d’Assise con l’accusa di aver tagliato la testa al fratello Franco, 53 anni, agricoltore, ritrovato decapitato tra i rovi del dirupo del suo fondo agricolo di Ca’ Seggio di Civitella, il 22 giugno 2022.
E invece no. Il presidente della Corte, Monica Galassi, espone di colpo lei stessa il cartello alt al procedimento. Motivo? I testimoni. "Sono troppi", dice. In tutto, a verbale, risultano un’ottantina di testi. "Vi chiedo – fa sapere Galassi alle parti – di indicare solo i testi che ritente essenziali". Ma non è una cosa che si fa sul momento. E infatti non l’hanno fatta. Pubblica accusa (pm Federica Messina), parti civili (i cinque fratelli ’alleati’ della vittima contro il fratello l’imputato, assistiti da Massimo Mambelli e Max Starni, coadiuvati da Francesca Versari) e i legali difensori dell’imputato, Massimiliano Pompignoli e Maria Antonietta Corsetti, dovranno, in qualche modo, accordarsi per scremare la lista testi. Per i ’doppioni’ – i testi di tutte le parti – non sarà un problema. Più arduo per citati da una sola campana.
Comunque sia, dopo neanche mezzora anche la seconda udienza di questo processo per omicidio va in bianco. Seduta tolta. E ci si rivede in aula il 30 ottobre. La cosa postiva è che la stessa giudice Galassi annuncia un calendario delle udienze (le altre date saranno 9 e 23 novembr, e 7 dicembre). Da qui si deduce che dalla prossima tappa si dovrebbe fare sul serio. Anche perché sei testimoni ritenuti "essenziali" sono alla fine già stati scelti. Tra loro i due amici più cari di Franco Severi: Gabriele Trebini e Franco Pinto, che la sera del 22 giugno trovarono il corpo decapitato dell’agricoltore.
Dopo aver passato il tempo dell’udienza a prendere appunti, Daniele, l’imputato è tornati dietro le sbarre in aula. Da lì ha salutato la famiglia, la moglie e i figli, seduti in ultima fila. Poco prima che se ne andasse la moglie l’ha salutato lanciandogli un bacio. Lui ha replicato con un sorriso prima di seguire gli agenti della polizia penitenziaria. La moglie però aveva chiesto di parlargli, alla presenza delle guardie, anche solo per un secondo. Ma dopo un minuto di attesa, la cancelliera le comunica che suo marito se n’è già andato. "Gli agenti mi hanno detto che vi eravate già salutati" è la comunicazione, laconica, alla moglie.
Maurizio Burnacci