SOFIA NARDI
Cronaca

Si svuota il ‘cimitero’ delle auto Erano oltre 300, ne restano 85

Il Comune due settimane fa ha chiesto ai proprietari di rimuovere i veicoli rovinati da acqua e fango temporaneamente depositati nelle aree sosta della Fiera in attesa di deciderne la sorte.

Si svuota il ‘cimitero’ delle auto  Erano oltre 300, ne restano 85
Si svuota il ‘cimitero’ delle auto Erano oltre 300, ne restano 85

di Sofia Nardi

Utilitarie, camper, suv, sportivem scooter… Sono stati resi tutti simili dalla furia dell’acqua, i veicoli alluvionati che ora restano parcheggiati disordinatamente nel parcheggio di via Punta di Ferro e nella porzione finale di quello in piazzale dei Panathleti, in attesa di essere rivenduti e smembrati da chi va in cerca di pezzi di ricambio o di finire in discarica.

In origine, dopo l’alluvione, i mezzi collocati in zona ‘Palazzo di vetro’ erano circa 300, poi, un poco alla volta, i proprietari li hanno rimossi. Due settimane fa erano scese a 150. Proprio il 25 luglio dal Comune è arrivato l’invito a procedere con la rimozione per "garantire il ripristino e la piena funzionalità del parcheggio, per restituirlo alla città in vista del calendario fieristico e sportivo dell’autunno".

Adesso la situazione è migliorata ancora: in piazzale dei Panathleti le auto sono 33, mentre in via Punta di Ferro i veicoli sono 52: 85 in totale. A questi vanno sommate una ventina fra moto e scooter, ammucchiati alla rinfusa accanto al marciapiede in un groviglio di ruote, manubri e pezzi di carrozzeria divelti che rendono difficile capire dove comincia uno e finisce l’altro.

Camminare tra le auto è come avventurarsi in una città fantasma, in cui il tempo, come per un incantesimo si è fermato, interrotto dall’alluvione. Il paragone è azzardato, eppure l’acqua esondata dai fiumi che attraversano la città ha saputo immortalare ogni cosa come in una moderna Pompei in cui alla lava si sostituisce il fango. Dentro gli abitacoli è uno strato di argilla secca, percorsa da lunghi cretti, capace di pietrificare i sedili, il volante, la leva del cambio, e trasformarli in sculture silenziose.

Eppure le storie, le voci, le azioni che hanno riempito quei veicoli sono ancora ben leggibili: su un sedile posteriore è seduto un grosso orso di peluche che sorride con gli occhi di vetro fissi sul parabrezza incrostato; in un altro veicolo i cui cerchioni sono collassati per la forza della piena sono impilate delle ciotole di plastica che sembrano ancora piene di cibo da tempo avariato; in un altro ancora sono ammucchiati tre grossi rotoli quasi del tutto coperti dalla melma: è carta colorata da usare per incartare un regalo che, forse, si è ormai dimenticato di consegnare.

Ci sono, sul fondo di via Punta di Ferro, anche due camper. Entrambi sono stati aperti forzatamente da chi ha approfittato della tragedia per saccheggiare i veicoli abbandonati. La stessa sorte è toccata a molti dei veicoli parcheggiati. Sotto ai tergicristalli svolazzano al vento dei fogli stampati. Non c’è bisogno di leggerli uno per uno: su tutti è scritto ‘Comprasi auto alluvionate’. Alcune auto, in effetti, sebrano quasi nuove, solo poco lambite dalle acque, mentre altre sono irriconoscibili: sono quelle che si trovavano parcheggiate più vicine ai punti critici, dove il fiume ha rotto gli argini ed è arrivato con più violenza, accartocciando la carrozzeria, spaccando i vetri e strappando via le porte, che ora ciondolano ai lati dell’auto come braccia stanche.

Ancora per qualche settimana rimarranno lì, in un provvisorio cimitero meccanico a memoria del disastro: una a una saranno rimosse dai proprietari e il parcheggio tornerà, dopo più di tre mesi, alla sua funzione di sempre.