Sorrivoli non si arrende "Già pronto un progetto per rialzare le mura ferite dalla frana"

Il paese arroccato attorno al castello lotta per tornare alla normalità. Don Pasquale: "Riaperti i varchi sulle strade, in estate nuovi eventi". Le aziende agricole hanno ripreso l’attività nonostante le difficoltà. .

Sorrivoli non si arrende  "Già pronto un progetto  per rialzare le mura  ferite dalla frana"

Sorrivoli non si arrende "Già pronto un progetto per rialzare le mura ferite dalla frana"

di Luca Ravaglia

Don Pasquale Gentili si affaccia dall’ingresso del castello di Sorrivoli: alza il pollice e prova a sorridere. "Scrivete che ci stiamo rimettendo in piedi, che questo borgo non è morto". Nella meravigliosa corte interna della rocca si sono celebrate le cresime. "E’ un segnale che la nostra comunità ha una gran voglia di riprendersi la normalità della vita. Non sarà facile, certo. Ma abbiamo lo spirito e la determinazione per riuscirci". La conta dei danni del maltempo nella frazione del Comune di Roncofreddo è davvero alta e parte da un paese martoriato dalle frane, che non hanno risparmiato nemmeno il cuore del borgo. Una delle immagini simbolo di questi giorni drammatici è infatti quella che raffigura il costone del monte mutilato da un gigantesco smottamento, accompagnato da tanti altri cedimenti del terreno in svariati altri punti del territorio. "Nei primi giorni – ricorda don Pasquale – eravamo rimasti isolati visto che tutte le vie di comunicazione erano bloccate. Il tutto senza considerare gli accessi alle abitazioni sparse lungo i crinali, che in larghissima parte avevano subìto danni".

La risposta però è stata rapida: a colpi di ruspe e motoseghe si sono riaperti varchi, prima lungo il collegamento da Casale di Calisese e poi in quello che partendo da Cesena attraversa Saiano. Ora in effetti tanti cartelli che indicavano strade interrotte imponendo di tornare sui propri passi sono stati rimossi, anche se restano quelli gialli e rossi, ancora lì, sul ciglio della strada, a ricordare che non è finita. Purtroppo. E in effetti parlano i fatti, perché le tracce degli smottamenti sono ancora più che visibili, sia sull’asfalto crepato e che ha ceduto verso il fondovalle, sia sulle pareti della collina, che un tempo erano un tappeto verde di alberi e arbusti e ora in tante zone devono fare i conti con ampie macchie di terra brulla. "Ci siamo subito rimboccati le maniche – riprende don Pasquale – tanto che per esempio per quello che riguarda il castello, abbiamo già presentato alla Soprintendenza un progetto per rialzare il muro di cinta franato durante l’alluvione. Era stato il primo smottamento che abbiamo registrato e ricordo che allora pensai che tutto sommato se ce la fossimo cavata soltanto con quello, non sarebbe andata malissimo. Purtroppo mi sbagliavo: era solo l’inizio". Il muro in questione delimita un’area suggestiva della rocca, utilizzata per le più svariate occasioni: "Qui d’estate si organizzano gli spettacoli di burattini, incontri ed eventi di ogni genere. Non ci fermiamo, ci siamo riorganizzati in altri spazi, nella corte interna, faremo di tutto per ritrovare in fretta la piena fruibilità di ogni zona. Vale qui al castello come per il resto della frazione".

Poco sotto si lavora per mettere in sicurezza una strada nella quale una serie di alberi si trovava in posizione pericolante e decisamente instabile. In ogni caso le partite aperte si giocano su più tavoli, compreso quello delle attività economiche, che da queste parti si traducono prima di tutto nel mondo agricolo. "Il quadro è ancora particolarmente complicato – chiude don Pasquale Gentili – anche perché una manciata di giorni prima dell’alluvione la zona era stata colpita da una forte grandinata, che aveva causato enormi danni. Poi si sono aggiunte le frane. Tante colture ne hanno risentito, a partire per esempio dalle vigne, che in questo territorio si estendono a perdita d’occhio. Molti agricoltori soltanto in queste ore stanno ritrovando la possibilità di raggiungere nuovamente i loro campi. Sarà dura, certo. Ma qui a Sorrivoli nessuno vuole arrendersi".