MAURIZIO BURNACCI
Cronaca

Spaccata alla Conad. Rubata cassaforte: ladri in fuga nella notte

Raid al supermercato della Cava. Banda fuggita con un bottino da 60mila euro. Colpo rapidissimo. Gravi i danni alla struttura.

Raid al supermercato della Cava. Banda fuggita con un bottino da 60mila euro. Colpo rapidissimo. Gravi i danni alla struttura.

Raid al supermercato della Cava. Banda fuggita con un bottino da 60mila euro. Colpo rapidissimo. Gravi i danni alla struttura.

La cassaforte è oltre un solo ostacolo. Che è la porta a vetri del supermercato. Basta poco toglierselo di mezzo: un paranco a leva. Poi i ladri penetrano nel Conad. Sono le tre e mezza di ieri notte. L’allarme sibila. Ma l’ora sta dalla parte dei fuorilegge. Buio altissimo e deserto. E tutto è pianificato. L’orologio non fa paura alla banda: la cassaforte viene avvinghiata da dei cinturoni a loro volta assicurati a un furgone che la ghenga ha appena rubato lì vicino, alla Cava. Il forziere, all’interno dell’ufficio, oltre il punto informativo del market di piazzale Pier Luigi Giovagnoli, ha la forza per resistere solo qualche istante. Viene sradicato dal pavimento. Ed è un macello. Salta tutto: cavi elettrici, scrivanie, vetrate. Pavimento, ovvio. La cassaforte, con dentro l’incasso della giornata, viene così trascinata fuori e caricata sul furgone. E poi via. Spariti tutti. Con un bottino bello corposo: più o meno 60mila euro.

Quanto è durato l’attacco? Un niente. Neanche un minuto e mezzo. Gli allarmi sono lì a ululare. Le luci s’accendono nelle abitazioni. Qualcuno chiama i carabinieri. Ma è troppo tardi. Per tutto. I primi ad arrivare sono gli addetti alla vigilanza. Poi a ruota, i militari dell’Arma. Infine, il titolare. "Hanno creato dei danni giganteschi, oltre ovviamente alla cassaforte", sospira Marco Leroy.

Tra le macerie del posto, con una montagna di vetri fatti a pezzetti, i detective corrono per prima cosa a visionare le immagini. Quella è la fonte primaria per cercare di dare un volto alla banda. Immagini della videosorveglianza del Conad che sono chiarissime.

I banditi sono travisati. Se ne intravvedono tre. I loro movimenti sono scanditi da un metronomo invisibile. Escono. Entrano. Poi ancora escono dal furgone. Maneggiano il paranco con leggerezza mentre fanno fuori la vetrata d’ingresso. Non sono riconoscibili. Anche perché sanno benissimo che sennò le loro facce sarebbero subito finite sui telefonini dei carabinieri. Così adesso di piste non ce ne sono tante. Ma militari stanno monitorando l’antefatto. Il furto del furgone. Quello è l’attimo in cui la banda potrebbe aver lasciato qualche traccia di sé.

"In questo negozio è il primo furto che va a segno. Un altro era fallito. Il problema – ripete il titolare – sono i danni: 40-50 mila euro almeno".