
Dopo l’alluvione, nel 2024 la Regione avviato un progetto pilota per spargere i fitofarmaci nei campi, tra cui alcune colline del Forlivese "Minor impatto sull’ambiente, tempi rapidi e operatori più sicuri".
Tutte le nuove scoperte tecnologiche, come per esempio l’energia nucleare, non sono né buone né cattive in assoluto, ma dipende dall’uso che l’uomo ne fa. È il caso dei droni, tecnologia di cui sempre più spesso si sente parlare nei contesti di guerra, associandoli quindi ad un uso negativo. Ma se adeguatamente sfruttati nei settori più produttivi della nostra economia, ecco che acquistano un altro significato.
I droni per trattamenti fitosanitari in agricoltura, con l’autorizzazione del Ministero della Salute, sono stati utilizzati per la prima volta in Italia, dalla Regione Emilia-Romagna, nel 2024, come progetto pilota dopo un primo esperimento durante le alluvioni del 2023, che avevano reso inaccessibili i terreni alle irroratrici tradizionali per un lungo periodo. Così, di fronte alla necessità di trattare i terreni in condizioni di emergenza, senza provocare ulteriori danni da compattamento, il settore fitosanitario aveva chiesto l’autorizzazione – poi rinnovata per il 2025 – per l’utilizzo di droni in via sperimentale per l’irrorazione.
"L’Emilia-Romagna – commenta l’assessore regionale all’agricoltura Alessio Mammi – si conferma laboratorio di innovazione e avanguardia, con strumenti tecnologici decisivi per un settore sempre più moderno e sostenibile". Le prime zone di sperimentazione nel 2024 hanno riguardato la collina e la pianura ravennate e la coltura della vite per contrastare la peronospora, malattia che colpisce molte piante tra cui la vite, e si sono concentrate nella zona collinare di Predappio.
"I dati raccolti nel 2024 – spiega Mammi – hanno evidenziato una minor deriva del trattamento con drone rispetto ai mezzi convenzionali e una minore bagnatura della chioma. Oltre alla riduzione dell’impatto ambientale da deriva, l’utilizzo dei droni ha evidenziato anche altri vantaggi, come una maggiore sicurezza per gli operatori e l’ottimizzazione dei tempi di intervento".
Tutto il materiale prodotto è stato raccolto in un report finale condiviso con il Ministero della Salute, al fine di creare dei database condivisi per procedere verso una regolamentazione ordinaria per l’utilizzo dei droni nella difesa fitosanitaria, finora vietata nel nostro Paese. Il 21 novembre 2024 il Ministero della Salute ha pubblicato le linee guida per la sperimentazione con i droni nella distribuzione di prodotti fitosanitari, consentendo il loro impiego esclusivamente in situazioni dove non esistono alternative praticabili o quando questa tecnologia può garantire una significativa riduzione dell’impatto sulla salute umana e sull’ambiente rispetto ai metodi tradizionali. L’iniziativa si inserisce nel contesto dell’agricoltura 4.0, che punta ad ottimizzare le produzioni dal punto di vista dell’efficienza e della sostenibilità, favorendo la razionalizzazione delle risorse. Nel 2025 saranno ampliate le aree di intervento e le colture coinvolte: la cipolla nella provincia di Ravenna, il pomodoro a Piacenza e la vite a Forlì-Cesena, sempre sulle colline di Predappio.