Tredozio in ginocchio: "La paura non passa. Qui è come L’Aquila"

Andrea Visani, 41 anni, è presidente della Protezione civile del paese: "Nel 2009 andai in Abruzzo come volontario, rivivo quella situazione".

Tredozio in ginocchio: "La paura non passa. Qui è come L’Aquila"
Tredozio in ginocchio: "La paura non passa. Qui è come L’Aquila"

"Mi sembra di essere tornato all’aprile del 2009, quando per un mese noi volontari della Protezione civile di Tredozio eravamo in servizio all’Aquila terremotata. Solo che allora si lavorava duro per gli aquilani, ora operiamo nella nostra carne viva". A parlare è Andrea Visani, 41 anni, fornaio e presidente della Protezione civile di Tredozio formata da 70 soci volontari, in gran parte giovani, molti dei quali da una settimana a disposizione 24 ore al giorno. Il compito del volontario di Protezione civile, specialmente nel proprio paese, dove tutti si conoscono e tutti sono coinvolti anche emotivamente, non è solo di tipo tecnico e assistenziale, "ma anche sociale, umano e psicologico".

"La gente – spiega Visani – fa fatica a superare la paura e lo shock, perché la terra balla in continuazione, anche se le scosse dello sciame sismico sono molto più leggere del botto di magnitudo 4.9 che lunedì ha avuto Marradi come epicentro, ma continuano ad essere avvertite, specialmente la notte, quando ogni rumore s’ingigantisce". Per qualsiasi cosa i volontari in giacca gialla sono in servizio anche nelle ore notturne e a disposizione degli sfollati nel palazzetto dello sport e nelle tende del campeggio, che sono un centinaio, occupate da persone con la casa inagibile, ma anche altrettanti che, al calar della sera, hanno paura di passare la notte sotto il proprio tetto.

La domanda più frequente che Visani e i suoi uomini si sentono rivolgere dai loro stessi compaesani è: "Quando potremo tornare a casa nostra? Al che noi rispondiamo: ‘Restiamo tutti tranquilli il più possibile, nella speranza di tornare al più presto’". Uno dei problemi più complicati è quando le case restano agibili, ma con crepe e problemi statici incerti. "In quei casi – racconta il presidente della Protezione civile – non tutti se la sentono di lasciare la propria casa e andare a dormire o a mangiare nel luogo pubblico".

Ai volontari arrivano varie richieste di servizi. Alcuni anziani chiedono le medicine a domicilio. Gli insegnanti della scuola nelle tende chiedono oggetti che mancano per la didattica. La sindaca Simona Vietina riceve tante richieste, molte delle quali le gira ai suoi ragazzi in giacca gialla, fiduciosa che "qualsiasi richiesta sarà portata a termine nel migliore dei modi". Molti giovani in servizio nella Protezione civile sono impegnati anche in altre associazioni sociali del paese, come, per esempio, il giovane presidente della Pro loco, Matteo Bendoni. Tutti si trovano in prima linea per il loro paese colpito da una nuova grave emergenza: il terremoto.

Quinto Cappelli