
Salvatore Minenna in tribunale a Forlì, a destra Alice Buonguerrieri
Forlì, 5 maggio 2025 – Il procedimento giudiziario in corso in tribunale a Forlì per quella che viene indicata come ‘la truffa delle mascherine cinesi’ che vede come principale imputato Marcello Minenna, ex direttore generale dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli molto vicino all’allora presidente del Consiglio Giuseppe Conte e al Movimento 5Stelle, ha una vicenda speculare che si sta svolgendo davanti alla commissione parlamentare d’inchiesta sull’emergenza Covid. E come in un’immagine riflessa allo specchio, le parole e le frasi si leggono all’incontrario. Mercoledì scorso a Forlì, davanti al giudice per le indagini preliminari Ilaria Rosati che da un anno sta dipanando i fili di un’indagine assai complessa che ha già perso diversi indagati, Minenna si è difeso con fermezza in un interrogatorio durato due ore e alla fine ha ricevuto i complimenti di alcuni avvocati degli altri indagati e una carezza dalla moglie che lo aveva atteso nel corridoio. Tra le tante cose che ha raccontato ricostruendo le vicende che lo riguardano, ci sono anche nove querele o denunce subite: sette sono state archiviate in istruttoria, per le altre due è stato assolto.
Quasi contemporaneamente a Roma davanti alla commissione parlamentare d’inchiesta sulla gestione dell’emergenza Covid, veniva interrogato l’avvocato Alessandro Canali, già dirigente dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. Canali è una delle persone che si sono messe di traverso sul travolgente cammino di Minenna e, appunto, sono state travolte.
La parlamentare cesenate Alice Buonguerrieri, capogruppo di Fratelli d’Italia nella commissione Covid, è determinata: “Il Governo Conte sapeva di mascherine inidonee e pagate di più: l’audizione in commissione Covid dell’avvocato Alessandro Canali, già titolare di incarichi dirigenziali presso l’Agenzia delle dogane e dei monopoli, ha rivelato una circostanza che getta una pesante, ulteriore accusa sull’operato del governo Conte durante la prima fase della pandemia. Palazzo Chigi, infatti, sarebbe stato informato da differenti fonti del rischio concreto che le mascherine importate in Italia fossero inidonee nonché pagate di più rispetto al prezzo medio praticato all’epoca. E, nonostante circolassero anche alert su consegne di mascherine con certificazioni fasulle, il Governo e la struttura commissariale guidata allora da Domenico Arcuri, anziché aumentare i controlli, avrebbero chiesto di velocizzare gli sdoganamenti e abbattere i controlli come effettivamente avvenne dal primo luglio 2020 con l’ordine di sdoganamento automatico delle commesse di mascherine. Si tratta di un approccio quantomeno spregiudicato, dal momento che le consegne erano destinate anche agli operatori negli ospedali e nelle residenze sanitarie assistite. Fratelli d’Italia continuerà a far luce su questo, come su altri aspetti oscuri della gestione della pandemia di Covid, nonostante i tentativi ostruzionistici della sinistra”.
Galeazzo Bignami, capogruppo bolognese di Fratelli d’Italia alla Camera, va oltre: “Queste notizie sconcertanti impongono un accertamento immediato da parte della Procura della Repubblica, anche alla luce delle recenti interpretazioni della Cassazione sul reato di epidemia colposa. Produrremo i verbali dell’audizione di mercoledì scorso in Procura e ci attendiamo che si verifichino tutte le responsabilità”.