OSCAR BANDINI
Cronaca

Un ’colpo’ nella notte Fabio e la sua famiglia salvi tra ruderi e dolore

Musicista di Cusercoli in vacanza con moglie, figlio, nuora e nipotino "Ci eravamo appena coricati quando abbiamo sentito partire la ’botta’...".

Un ’colpo’ nella notte  Fabio e la sua famiglia  salvi tra ruderi e dolore
Un ’colpo’ nella notte Fabio e la sua famiglia salvi tra ruderi e dolore

di Oscar Bandini

A poco più di 48 ore dal sisma che ha colpito la catena meridionale dell’Atlante in Marocco salgono il numero dei morti e dei feriti. Centinaia gli italiani di italiani coinvolti nello sconvolgimento del Paese nordafricano. Tra questi, Fabio Petretti di Cusercoli, è un apprezzato e conosciuto musicista virtuoso del sax e docente al conservatorio. Insieme alla moglie Angela, al figlio e alla sua compagna e al nipotino di 4 anni, in vacanza in Marocco, hanno vissuto in diretta il devastante terremoto di venerdì scorso, il più letale del Marocco in 60 anni, che ha colpito soprattutto i villaggi delle montagne dell’Alto Atlante a sud di Marrakech. Lo raggiungiamo telefonicamente mentre sta raggiungendo da Marrakech l’aeroporto di Casablanca per rientrare in Italia.

Petretti, è una vacanza che non dimenticherete facilmente.

"Era una vacanza di 10 giorni programmata da tempo. Per fortuna sia io sia i miei famigliari ne siamo usciti indenni. Il nostro albergo dove alloggiavamo a Marrakech, nel quartiere ebraico, ha resistito alla lunga scossa riportando solo danni lievi con qualche crepa e calcinacci. Eravamo appena arrivati dalle zone del sud dell’Atlante dove avevamo vissuto la bella esperienza di essere ospitati in tenda nel deserto".

Una notte terribile...

"Alle 11 ci eravamo appena coricati quando è partita la ‘botta’. Ho subito preso mia moglie posizionandola tra il letto e la parete è così hanno fatto gli altri. La luce, per fortuna è andata via per poco tempo. E’ stato bravo il gestore dell’albergo perché mentre noi volevamo uscire all’aperto, ci ha consigliato di restare e di ripararci sotto il colonnato. Io sono comunque andato fuori per rendermi conto dell’accaduto. Tra sirene, ambulanze, polizia, squadre di vigili del fuoco, barelle con tanti feriti e morti, ho visto scene veramente tragiche".

Nei giorni seguenti cosa è successo?

"Domenica molte donne, ragazzi e bambini hanno protestato con le autorità perché volevano capire dove sistemarsi; erano già due notti che dormivano all’aperto nelle piazze. In questo caos, in questo dolore, ho deciso da buon romagnolo di entrare in un supermercato e fare spesa per organizzare una spaghettata con i clienti e i gestori dell’albergo. Un momento conviviale che è servito ad abbassare la paura e la tensione".

Avete avuto rapporti con le autorità italiane?

"Ho provato più volte a telefonare alla Farnesina, ma non ho ricevuto risposta alcuna. Poi ho trovato la mail dell’Unità di crisi, ho scritto, e dopo un giorno e mezzo gentilmente mi hanno risposto dandomi le indicazioni per raggiungere gli aeroporti in funzione".

Tornerà in Marocco?

"Certamente. Questa gente vive in gran parte di turismo, non dobbiamo abbandonarli con le disdette come è successo in parte anche da noi in Romagna dopo l’alluvione di maggio. Confido nell’aiuto non solo dei Paesi arabi, ma di tutta l’Unione europea e delle nazioni più ricche del mondo".