VALENTINA PAIANO
Cronaca

Una nuova famiglia: "In città 45 affidi attivi. Forlivesi sensibili al tema. Adozioni? Più difficili"

Le responsabili raccontano come fare ad accogliere dei bambini. Minori dall’estero: purtroppo Covid e guerra hanno inciso negativamente.

Una nuova famiglia: "In città 45 affidi attivi. Forlivesi sensibili al tema. Adozioni? Più difficili"

Le responsabili raccontano come fare ad accogliere dei bambini. Minori dall’estero: purtroppo Covid e guerra hanno inciso negativamente.

Il fenomeno delle adozioni internazionali in Italia sta vivendo una crisi profonda. Negli ultimi anni, il numero è drasticamente diminuito a causa dei rallentamenti legati alla pandemia da Covid-19 e per le particolari situazioni geopolitiche in atto in diverse parti del mondo. A fare il punto della situazione in città, sulle diverse possibilità di accoglienza di bambini con famiglie in difficoltà, Chiara Mascellani, coordinatrice del Servizio Adozioni e Sara Balduzzi dell’Unità Minori del Comune di Forlì.

Mascellani, che differenza c’è tra affido e adozione?

"L’affidamento consiste nell’accoglienza temporanea di un bambino in una famiglia diversa dalla propria, nei casi in cui i genitori attraversino una situazione di difficoltà e non siano in grado di prendersi cura dei propri figli. Questo tipo di pratica permette al minore di vivere stabilmente con la famiglia affidataria o sia di passare anche solo qualche ora della giornata. L’adozione è una forma più complessa e ha lo scopo di dare una casa ai bambini privi, in maniera non transitoria, di assistenza materiale e morale o di parenti che possano provvedervi".

Quali sono i requisiti?

"L’affido è aperto a coppie sposate o conviventi, con o senza figli, e anche a persone single. Non esiste un limite d’età, basta segnalare la propria disponibilità all’ufficio affidi del Comune e intraprendere il percorso di formazione. Il prossimo è in partenza per l’autunno. Per l’adozione invece l’iter è molto lungo e complesso: deve esserci la dichiarazione, da parte del Tribunale dei minori, dello stato di abbandono del bambino. Inoltre, ci sono limiti di età per la famiglia adottante e i coniugi devono essere sposati da almeno tre anni".

Che tipi di adozione esistono?

"La legge prevede tre tipi di adozione: legittimante, dove i genitori adottivi vivono nello stesso Paese del minore, internazionale, se il bambino risiede in un altro Stato e i casi particolari, che riguardano principalmente orfani e persone con disabilità. Per poter intraprendere questo percorso occorre fare domanda a una delle tante associazioni del territorio che mantiene rapporti nei confronti delle comunità estere con cui l’Italia ha stretto accordi. Oggi però assistiamo a una crisi delle adozioni internazionali rispetto al passato".

Perché?

"La maggior parte degli abbinamenti avveniva con i paesi della Federazione Russa, Bielorussia e con l’Ucraina ma le disposizioni in materia parlano chiaro: non si possono adottare minori provenienti da luoghi in guerra o colpiti da calamità naturale. Infatti, a Forlì a fine dicembre 2023 contiamo solo tre adozioni internazionali attive".

Quelle nazionali invece?

"La situazione è migliore: ne registriamo dieci per lo stesso periodo e altre quattro sono affidamenti a rischio giuridico a scopo adottivo, ovvero quei casi in cui il minore viene dato in affidamento in attesa dell’accertamento dello stato di adottabilità".

Come risponde la città all’opportunità dell’affido?

"Forlì ha una naturale propensione e una lunga tradizione verso l’accoglienza. I dati lo dimostrano: al 31 dicembre dello scorso anno avevamo ben 45 affidi attivi. Questo è segno che la città è sensibile al tema grazie anche al grande lavoro che fa il mondo cooperativo e del volontariato".