Segue dalla PrimaLe grandi partite non arrivano invano: svelano chi ha cuore e chi no, sublimano i canestri ed esaltano i loro autori. L’attesa è tale che chi dovesse segnare i punti decisivi entrerebbe all’istante nel Pantheon cestistico forlivese, proprio al fianco del mitico ‘Nick’.
Ed è questo, come si diceva, che può fare la differenza nel valutare complessivamente una stagione sportiva. Aver ribaltato – con sofferenza, ma anche con merito – i quarti di finale contro Cividale ha dato il ‘la’ a una sfida che può regalare un’altra finale, dopo quelle del 1995 e del 2023. Chi veste i colori biancorossi, oggi, può restare nella memoria. E non è più una pressione: stavolta è un’opportunità.
Questo accadrebbe senza dubbio vincendo. Ma Rimini – come allora – è favorita e ha il vantaggio del campo. Il tifo, però, ricorda con favore anche chi gioca con generosità. E allora per il bene della pallacanestro forlivese è importante che queste sfide – almeno altre due, martedì e venerdì – lascino in ogni caso un segno, rinnovando un patto tra il basket e la sua gente, cancellando i soli duemila presenti al Palafiera una settimana fa (francamente troppo pochi per una città come Forlì), dando una spinta nuova a una società che quest’anno è stata tutt’altro che perfetta. Sul campo però c’è una squadra, anonima in inverno, che sta sbocciando in primavera. E c’è un nuovo capitolo di una lunga storia ancora da scrivere.
Marco Bilancioni